Sprechi, in Francia la legge apripista

Italia primo consumatore mondiale: preferiamo bere la minerale in bottiglia. Acqua del rubinetto nei ristoranti, donazioni alimentari alle associazioni, plastica monouso vietata e obbligo di riciclare la merce invenduta

NAPOLI – Acqua del rubinetto, no alla plastica e riciclo obbligatorio. In Francia è stata varata una legge d’avanguardia volta a favorire l’economia circolare. L’articolato testo normativo, con i suoi 130 articoli, mira a trasformare l’economia lineare, produrre, consumare, buttare via, in un’economia circolare per “trasformare in profondità il sistema”. La legge è suddivisa in cinque assi principali: abbandono della plastica usa e getta, informare meglio i consumatori; lottare contro lo spreco e favorire il riuso solidale; agire contro l’obsolescenza programmata e produrre meglio.

Addio usa e getta
Il primo aspetto della legge riguarda l’abbandono della plastica usa e getta. Nel testo si prevede la fine della commercializzazione degli imballaggi in plastica monouso entro il 2040, con obiettivi di medio periodo fissati nei prossimi anni. Tra gli obiettivi fissati dal primo decreto (2021-2025) c’è la riduzione del 20% degli imballaggi in plastica monouso entro la fine del 2025, la riduzione del 100% degli imballaggi di plastica monouso “non necessari”, come i blister di plastica attorno alle batterie e alle lampadine, entro la fine del 2025 e il riciclo del 100% degli imballaggi di plastica monouso entro il 1 gennaio 2025. Da primo gennaio scorso inoltre sono vietati gli imballaggi in plastica di frutta e verdura fresca di peso inferiore a 1,5 chilogrammi, la vendita di tè e bustine di tisane in plastica non biodegradabile e l’apposizione di etichette direttamente sulla frutta o sulla verdura, a meno che queste etichette non siano compostabili e composte in tutto o in parte da materiali di origine biologica.

Bottiglie e contenitori
La Francia si è posta l’obiettivo di ridurre il numero di bottiglie di plastica monouso del 50% entro il 2030. Per farlo si dà la possibilità ad ogni consumatore di poter portare un contenitore riutilizzabile nei punti vendita della ristorazione. Inoltre gli esercizi che accolgono più di trecento persone devono dotarli di fontanelle e bar e ristoranti devono servire l’acqua del rubinetto gratuitamente, anche fuori dai pasti.

Riciclare l’invenduto
La legge francese proibisce lo smaltimento di articoli non alimentari invenduti: per la prima volta al mondo si pone fine all’eliminazione della merce, vestiti e oggetti prevalentemente con l’obiettivo di incoraggiare le donazioni alle associazioni solidali e le strutture dell’economia sociale e solidale. I produttori dovranno quindi gestire al meglio le proprie scorte per evitare eccessi di produzione. La legge inoltre rafforza la lotta allo spreco alimentare: i settori che producono o trasformano alimenti e la ristorazione commerciale dovranno ridurre i propri spreco alimentare del 50% rispetto ai livelli del 2015 entro il 2030, e i grossisti avranno l’obbligo di donare i loro prodotti alimentari invenduti alle associazioni.

Smartphone e pc
Per combattere l’obsolescenza programmata sarà applicato un indice di riparabilità sui prodotti. Grazie a questo indice, il consumatore è in grado di sapere se il suo prodotto è riparabile o meno. Nel calcolo vengono presi in considerazione diversi criteri come il prezzo dei pezzi di ricambio necessari al buon funzionamento del prodotto. Inoltre il consumatore sarà informato della durata per cui il suo dispositivo supporterà i successivi aggiornamenti.

In Italia
Nel nostro Paese a partire dal 14 gennaio scorso è entrata in vigore la normativa che bandisce una serie di prodotti in plastica. Riguarda in particolare prodotti monouso, per i quali esistono già alternative sostenibili. Se sul fronte dell’usa e getta si fanno passi in avanti non è lo stesso per l’acqua del rubinetto. Gli italiani infatti sono i più grandi consumatori al mondo di acqua in bottiglia, con 200 litri pro capite consumati ogni anno contro una media europea di 118 litri. Questo dato rappresenta un vero e proprio assurdo visto che il nostro Paese è al settimo posto in Europa per qualità dell’acqua potabile. L’acqua del rubinetto è ottima ma non la beviamo.

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