NAPOLI – L’oro blu della nostra regione è costantemente minacciato dalle azioni dell’uomo. Nonostante le continue campagne di pulizia messe in piedi dai volontari la situazione è sempre più difficile per illeciti e azioni frutto dell’inciviltà. Legambiente Campania ha presentato ieri ‘Mare monstrum’, una fotografia dello stato delle coste campane colpite da cemento, scarichi fognari, depuratori malfunzionanti e pesca illegale. Numeri da brivido nel dossier che si basa sui su dati forniti da forze dell’ordine e Capitanerie di porto, con le nostre coste colpite dagli scarichi inquinanti delle tante località che ancora non hanno una depurazione efficiente, dal cemento illegale che non viene demolito.
NUMERI DA INCUBO
Oltre undici reati al giorno, con una media di nove infrazioni per chilometro di costa. La nostra regione detiene il primato assoluto con 4.206 reati (il 18.9% del totale nazionale) spalmati lungo i suoi circa 470 chilometri di costa, 4.493 persone denunciate o arrestate e 1.627 sequestri pari. Nel dettaglio in aumento rispetto lo scorso anno (+6%) le infrazioni legate al mare inquinato in particolare scarichi inquinanti e mala depurazione con 2.053 reati (29,7% del totale nazionale). I lunghi mesi di lockdown vissuti nel 2020 a causa del Covid-19 non hanno fermato l’aggressione criminale alle coste e ai mari della nostra regione.
LA CLASSIFICA
In cima alla classifica del mare illegale 2020, troviamo gli illeciti legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento marino con la Campania stabilmente in testa con 2.053 reati (29,7% del totale nazionale); primato confermato anche sulle persone denunciate e arrestate (1.949) e per numero di sequestri (895). In questo scenario, la maladepurazione rimane uno dei mali cronici con 40 Comuni senza il servizio pubblico di fognatura e 339 Comuni, con circa 1,6 milioni di residenti, privi di impianti di depurazione. Mare Monstrum racconta anche i risultati di inchieste importanti. Come quella messa a segno nel marzo scorso contro due diversi gruppi criminali, collegati tra loro, impegnati nella pesca illegale dei datteri di mare, con la devastazione delle scogliere sommerse, a cominciare dai Faraglioni di Capri.
SANZIONI E VIGILANZA
“Questo dossier – commenta Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania– ci restituisce uno spaccato di illegalità, purtroppo, ancora troppo rilevante. E’ necessario alzare il livello, non solo della repressione dei reati, ma anche della vigilanza preventiva. Il mare e le coste del nostro Paese hanno urgente bisogno di una vera e propria strategia di cura, fatta di norme più efficaci per contrastare i fenomeni d’illegalità, più controlli pubblici e investimenti adeguati sulla rete fognaria e gli impianti di depurazione (per le cui carenze paghiamo anche sanzioni salate a causa delle procedure d’infrazione decise dall’Unione europea) a cui vanno dedicate risorse importanti nell’ambito del Pnrr”.