NAPOLI (Gianluca Rocca) – Sono ben confezionati. Belli colorati. Resi accattivanti dai volti dei personaggi dei cartoni animati. E quando si entra nel negozio con i bambini al seguito, la frittata è ormai fatta: “Me li compri?”. A quel punto perché negare loro una gioia? Tanto sono “solo” secchielli e palette. Un piccolo regalo con una piccola spesa… E no. Un motivo per dire di no ci sarebbe: nella stragrande maggioranza dei casi si tratta infatti di secchielli e palette realizzati in plastica, e nella quasi totalità dei casi, dopo 3 o 4 anni quegli “insignificanti” e piccoli oggetti finiranno in qualche discarica, quando va bene, o direttamente in mare. Per venire in soccorso di questi coraggiosi e coscienziosi genitori in grado di dire un “no” per una giusta causa (del resto si tratta di tutelare l’ambiente in cui quegli stessi bambini cresceranno), c’è ora in produzione una nuova generazione di giocattoli da spiaggia, questa volta realizzati con materiali che all’apparenza sono molto simili alla plastica, ma in realtà sono materiali biodegradabili. Aziende ‘illuminate’ (o che hanno annusato il business del momento) che permetteranno di presentarsi in spiaggia con i bambini felici e la coscienza ecologica apposto. E naturalmente la novità ‘ambientalista’ non vale solo per palette e secchielli, ma anche per palloni e rastrelli.
E non solo con questo operazione si toglie dal ciclo dei rifiuti un bel po’ di plastica, andando a vedere la targhetta con gli “ingredienti”, si scopre che questi nuovi giocattoli sono realizzati con materia vegetale e riciclata: due piccioni con una fava. Riduzione della plastica e implementazione dell’industria del riciclo. E visto che con l’inizio di agosto è iniziata anche ufficialmente la stagione delle vacanze, questa notizia potrà rivelarsi utile per far aprire un occhio in più ai genitori che continuano imperterriti ad entrare nei negozi mano nella mano con i loro piccoli pargoli, nonostante l’evidente pericolo di veder scoppiare una mini tragedia di fronte ad una vetrina golosa e ad un portafoglio sempre meno pieno.
Per di più stiamo anche parlando di un anno in cui la voglia di svago è alle stelle, dopo un lunghissimo periodo di ansie, paure, lockdown e notizie terribili che arrivavano dagli ospedali. Un lungo tempo di riflessione che si spera abbia anche aumentato la coscienza civica dei cittadini del mondo, rendendoli più sensibili al fatto che ogni piccolo gesto può fare la differenza. Anche il semplice gesto di comprare un secchiello di plastica in meno. Un tema che è arrivato, dopo anni di battaglie ecologiste, anche sui tavoli dei governanti, europei e mondiali, e lo dimostra il fatto che anche l’ex presidente della Banca Centrale Europea, oggi presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, ha voluto, tra i primi atti del suo neonato governo, istituire un ministero della transizione ecologica. Che poi questo ministero non si sia ancora tradotto in azioni concrete (per esempio, contro i roghi tossici della Terra dei Fuochi, che proprio in queste ore sono ritornati a mortificare la Campania), è un altro discorso: ma ora c’è almeno un dicastero con questo nome. Prima la questione era bellamente ignorata. Un piccolo passo in avanti è stato fatto: magari qualcuno conoscerà una strada più breve per convincere i governanti a mantenere le promesse, ma nel frattempo ci si accontenta. Ma torniamo a nostri secchielli ecosostenibili: le aziende che li stanno commercializzando fanno sapere che sono state usate formula biologiche prive di ‘ftalati’, sostituendo il 50% delle materie prime di origine fossile con materie di origine vegetale provenienti da fonti naturali. Prodotti che hanno ottenuto una certificazione ad hoc dagli enti europei che garantisce l’alta qualità della rinnovabilità delle materie prime utilizzate. Si tratta, in ogni caso, di un primo concreto passo verso il raggiungimento di quell’obiettivo che è stato “anglofonamente” denominato “plastic free”. Un obiettivo che ha dato vita anche alla nascita di omonimi movimenti ambientalisti e azioni di sensibilizzazione mirate su tutto il territorio nazionale.