Strage del viadotto di Avellino, il pm: 10 anni ai dirigenti di Autostrade

Dieci anni di reclusione per l'ad di Autostrade Giovanni Castellucci e altri 11 dipendenti della società: questa la richiesta del pm al processo per il crollo del viadotto della A16 che nel luglio 2013 causò 40 morti

Pulman turistico L'incidente sull'A16 tra Monteforte Irpino e Baiano Ph Salvatore Laporta

AVELLINO – Un altro guaio per Autostrade per l’Italia dopo la tragedia di Genova. Dieci anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e disastro colposo è infatti la condanna richiesta dal procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, per Giovanni Castellucci, attuale amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. Stessa condanna viene chiesta per altri undici dirigenti e dipendenti della società. Il tutto per la strage del bus in cui il 28 luglio del 2013 persero la vita 40 persone, precipitate dal viadotto «Acqualonga» dell’A16 Napoli-Canosa.

Le richieste per i dipendenti della società

Dieci anni è la richiesta dell’accusa anche per Riccardo Mollo, direttore della Direzione Servizi Tecnici. Stessa pena per Giulio Massimo Fornaci, responsabile dell’articolazione “Pavimentazione e barriere di Sicurezza”. E per Marco Perna, responsabile del procedimento relativo alla sostituzione e potenziamento delle barriere di sicurezza dell’Autostrada A16. E  ancora i dipendenti Paolo Berti, Nicola SpadavecchiaMichele RenziGianluca De FranceschiGianni Marrone, Bruno Gerardi, Michele Maietta, e  Antonio Sorrentino.

Le barriere inadeguate e non sostituite

Tutti rispondono, a vario titolo, di concorso in omicidio, lesioni e disastro colposo. Il fulcro dell’accusa è l’inadeguatezza delle barriere autostradali, che non fermarono la corsa del bus sbandato. Eppure, argomenta il pm, molti tratti erano stati oggetto di lavori di adeguamento, che però non avrebbero riguardato il viadotto della tragedia. La difesa della società Autostrade ribatte che le barriere installate sul viadotto “rispondono ai più elevati standard di contenimento a livello internazionale”. Questi standard sono stati “verificati non più tardi del 2015 e confermati dagli stessi periti dell’accusa”, mentre ci sarebbero “vizi solo di tipo amministrativo”.

Il viadotto trascurato dai lavori di adeguamento

Si era deciso di mantenere queste barriere nell’ambito di “un progetto di riqualifica delle barriere stesse, deciso su base volontaria da Autostrade per l’Italia, per il quale la società aveva messo a disposizione dei progettisti ben 150 milioni di euro”. Fatto sta che queste barriere non hanno trattenuto il bus, caduto nel vuoto uccidendo 40 persone.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome