Stupro a Catania, la 19enne chiese aiuto ma fu ignorata. Salvini: “Castrazione”

I tre ragazzi sono accusati di averla fatta ubriacare e costretta a salire con loro in macchina

sedicenne vittima di stupro

MILANO – E’ tornata a casa la 19enne americana che ha subito uno stupro a Catania. La giovane, baby sitter ‘alla pari’, ha preso un volo per gli Stati Uniti prima di sapere che il gip aveva disposto l’arresto in carcere per i tre ragazzi che avrebbero abusato di lei la sera del 15 marzo scorso, in una zona isolata sul lungomare di Ognina. Sono accusati di averla fatta ubriacare e costretta a salire con loro in macchina. Ed è proprio in automobile che sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali. Un incubo durato circa un’ora e mezza. Inutile, da parte della vittima, la richiesta d’aiuto al 112 e a un amico.

Stupro a Catania, la dinamica degli eventi

Per i carabinieri del comando provinciale di Catania, diretti dal colonnello Roberto Covetti, le prove sono schiaccianti. Nell’ordinanza viene citato il video girato da uno dei tre, italiani dai 19 ai 20 anni, durante lo stupro. In due si sarebbero anche vantati con un barista, che ha testimoniato. Ci sono poi gli audio registrati dalla giovane e inviati su Whatsapp a un amico a cui chiedeva inutilmente aiuto mentre veniva violentata: “Non voglio, aiutami”. In almeno uno si sentono in sottofondo le voci degli stupratori. Ma i messaggi sono rimasti inascoltati e non hanno avuto quella risposta che poteva salvarla.

La testimonianza della vittima

“Quando mi hanno spinta in macchina con forza – ha raccontato agli inquirenti – sono riuscita a mandare un messaggio vocale a un amico gli ho sussurrato: ‘Per favore aiutami, ci sono dei ragazzi, non voglio’. E lui, prima mi ha risposto che non capiva, poi che non aveva l’auto e non poteva aiutarmi. Una cosa assurda”.

In quegli stessi istanti la 19enne ha tentato anche di dare l’allarme al 112: per undici volte, da mezzanotte e 13 minuti alla una, ha premuto il tasto ‘chiama’, ma è sempre stata bloccata dai suoi aggressori. L’operatore ha cercato invano di ricontattarla. Non è servito nemmeno, come la ragazza ha fatto, provare a digitare il 911, il numero di emergenza americano.

La linea dura di Salvini

Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Interno. “Per i vermi violentatori di Catania, che hanno stuprato una turista, nessuno sconto”, ha detto Matteo Salvini, chiedendo “certezza della pena e castrazione chimica” per tutti e tre. Non è d’accordo la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della commissione di inchiesta sul femminicidio: “Nessuna propaganda sul corpo delle donne. La violenza va affrontata con risposte concrete e di sistema, partendo da un profondo cambio culturale, non con slogan a buon mercato che rischiano per altro di essere controproducenti”.

(LaPresse/di Ester Castano)

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