Doppia operazione anti-mafia. Arrestato Leo Sutera, fedelissimo di Matteo Messina Denaro. Bloccate 8 persone del gruppo ‘Romeo-Santopaola’

Leo Sutera è stato arrestato perché, secondo gli inquirenti, esisteva il pericolo che il capomafia di Sambuca di Sicilia potesse rendersi irreperibile.

PALERMO – Doppia operazione anti-mafia condotta dalle forze dell’ordine. Arrestato Leo Sutera, anziano boss di Sambuca di Sicilia ritenuto il capo di Cosa Nostra in provincia di Agrigento. Sutera, inoltre, sarebbe uno dei fedelissimi del super boss latitante Matteo Messina Denaro. Inoltre, i carabinieri hanno bloccato 8 persone ritenute parte di una cellula dei Santopaola a Messina.

Arrestato Leo Sutera, capo di Cosa Nostra ad Agrigento e fedelissimo di Matteo Messina Denaro

Leo Sutera è stato arrestato perché, secondo gli inquirenti, esisteva il pericolo che il capomafia di Sambuca di Sicilia potesse rendersi irreperibile. Nonostante abbia passato parecchi anni in carcera, Sutera avrebbe continuato a gestire gli affari del mandamento mafioso. Questo, almeno, è ciò che risulta dagli elementi raccolti della Direzione distrettuale antimafia che ha richiesto il provvedimento di fermo. In particolar modo, al boss viene attribuito un controllo quasi capillare della attività edili ad Agrigento. Secondo le informative di inquirenti e forze dell’ordine, fino a pochi anni fa Sutera avrebbe mantenuto contatti con Matteo Messina Denaro, del quale viene ritenuto uno dei fedelissimi.

Fermate 8 persone dei Romeo-Santopaolo a Messina, dai farmaci ‘imposti’ alle scommesse illegali

Le otto persone arrestate su mandato del gip di Messina rispondono di associazione tipo mafioso, traffico di influenze illecite, estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravati dal metodo mafioso. Per gli inquirenti, agivano nell’interesse del gruppo Romeo-Santopaola, diretta emanazione della più nota famiglia mafiosa (la seconda). I fatti emersi dall’indagine vanno dal cotnrollo della distribuzione dei farmaci in Sicilia e Calabria all’imposizione dell’acquisto di prodotti alle farmacie che si trovano sul territorio di Messina. Oltre ai raid punitivi contro elementi dei clan rivali, il gruppo sarebbe stato attivo nella gestione del settore dei giochi e delle scommesse illegali. Il traffico di influenze illecite è relativo alla promessa di 20mila euro di acconto a un funzionario dell’Invitalia per essere inseriti in un progetto contro la ludopatia. L’obiettivo era ottenere un finanziamento di quasi 800mila euro, di cui il 40% a fondo perduto.

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