NAPOLI – Un vizio che uccide gli uomini ma anche il nostro pianeta. Sono più di 8 milioni le persone che muoiono ogni anno a causa delle gravi e numerose patologie (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie e diabete) correlate al consumo di tabacco. La maggior parte dei decessi si verifica nei Paesi a basso e medio reddito, spesso bersaglio di intense interferenze e marketing dell’industria del tabacco. E’ il dato allarmante diffuso dall’Oms in occasione del World No Tobacco Day, la Giornata mondiale contro il tabacco. La pandemia ha significativamente cambiato le abitudini degli italiani rispetto al fumo: dopo una riduzione ad aprile 2020 rispetto a gennaio 2020 (pre lockdown) c’è stato un aumento dei fumatori a maggio 2021, con una prevalenza del 26,2 (circa 11,3 milioni) rispetto anche a novembre 2020 (24%), più di un milione di fumatori in più. Ma cosa significa questa abitudine per il nostro pianeta?
MOZZICONI A TERRA
In spiaggia capita spesso di trovare filtri di sigaretta nascosti tra la sabbia. Una sigaretta senza filtro impiega dai 6 ai 12 mesi per dissolversi, perché è fatta di sola carta e tabacco, quindi è biodegradabile. Il problema sono i filtri, realizzati invece in materiale chimico sintetico molto resistente. Per la decomposizione servono più di 5 anni. L’Oms stima che tra il 340 e il 680 milioni di chilogrammi di mozziconi vengono gettati via ogni anno: essi rappresentano dal 30 al 40 per cento di tutti i rifiuti raccolti in mare e dalla nettezza urbana.
Aria avvelenata
Il fumo di tabacco contiene circa 4mila sostanze chimiche, di cui almeno 250 sono note per essere dannose. Inoltre contiene anidride carbonica, metano e nitrosi ossidanti. I gas a effetto serra derivanti dalla combustione delle sigarette nel mondo equivalgono a quelli emessi da 1,5 milioni di veicoli a motore ogni anno. I danni per l’ambiente derivano dal fumo espirato: secondo un report recente nel 2012 sono state liberate nell’aria a causa delle sigarette 6mila tonnellate di formaldeide e 47mila tonnellate di nicotina.
SUOLO INQUINATO
L’inquinamento delle sigarette è determinato non solo dal prodotto finito. Dalla coltivazione al confezionamento, il tabacco determina un uso intensivo di risorse e il rilascio di sostanze chimiche nocive nel suolo e nelle acque, nonché quantità significative di gas a effetto serra. Il tabacco è spesso una monocoltura coltivata senza essere ruotata con altre colture, quindi le piante e il suolo vengono impoveriti e richiedono maggiori quantità di sostanze chimiche per la crescita. L’uso di prodotti chimici ha influenze negative sulla qualità dell’aria e anche sulla tutela della biodiversità. Va considerato poi il grosso quantitativo di legname indispensabile per l’essiccazione: circa 11,4 milioni di tonnellate di legno vengono utilizzate annualmente eliminare l’umidità delle foglie di tabacco. Un quantitativo enorme. Si stima che serva un albero ogni 300 sigarette, corrispondenti a una stecca e mezza, ovvero 15 pacchetti.