Taranto, truffa sulla fornitura di mascherine e camici per la Protezione civile del Lazio: 6 arresti

Dal commercio di cosmetici e apparecchiature elettromedicali, con fatturato di 271.310 euro nel 2019, alla fornitura a marzo dell'anno dopo di 6 milioni di mascherine e 2 milioni di camici chiesti dalla Protezione civile della regione Lazio, nella prima ondata di contagi da Covid

TARANTO – Taranto, truffa sulla fornitura di mascherine e camici per la Protezione civile del Lazio: 6 arresti. Dal commercio di cosmetici e apparecchiature elettromedicali, con fatturato di 271.310 euro nel 2019, alla fornitura a marzo dell’anno dopo di 6 milioni di mascherine e 2 milioni di camici chiesti dalla Protezione civile della regione Lazio, nella prima ondata di contagi da Covid.

Per la procura di Taranto, su quella fornitura da 24 milioni di euro, aggiudicata a una società con sede nel capoluogo ionico, è stata consumata una truffa, opera di 6 persone, ai domiciliari da questa mattina: sono accusati di associazione per delinquere finalizzata anche alla frode, al falso, alla vendita di prodotti con segni mendaci, al riciclaggio e all’auto riciclaggio in Italia e all’estero.

Le ordinanze di custodia cautelare, firmate dal gip Benedetto Ruberto, sono state chieste dall’aggiunto Maurizio Carbone e dal sostituto Antonio Natale e sono state eseguite dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Taranto, con contestuale sequestro preventivo di 4 milioni di euro. I dispositivi di protezione individuale arrivavano da Cina e Turchia.

“La società ha fornito documenti rilasciati da enti non rientranti tra quelli a ciò deputati e per superare le procedure di sdoganamento, ha prodotto falsi certificati di conformità”, hanno spiegato gli investigatori. In tal modo è riuscita a ottenere due contratti il 27 e il 30 marzo, con acconto di circa 5 milioni di euro. Cinque giorni per la consegna. “Le mascherine sono state consegnate ad agosto 2020, la fornitura di camici e tute è rimasta inadempiuta, anche se la srl ha consegnato parte del prodotto con falsa certificazione di conformità”, sostiene il gip che ha evidenziato affinità con un’altra fornitura ottenuta dalla stessa srl in favore di un privato ad aprile 2020.

In una delle intercettazioni agli atti, un interlocutore dice: “Questo è il prezzo che si paga per la vita che si è scelto”. Le verifiche, con il supporto del Nucleo speciale di polizia valutaria e dell’unità di informazione finanziaria, hanno permesso di bloccare il pagamento del saldo.

(Stefania De Cristofaro – LaPresse)

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