Tav, l’ammissione della commissione: “Analisi costi-benefici imperfetta. Sbagliato dire che è inutile”. M5S messo alle strette

Nervosismo tra i pentastellati. A 'DiMartedì' Di Battista si scaglia contro il pubblico che non lo applaude

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Nessun atteggiamento ideologico, ma l’analisi costi-benefici non è uno strumento perfetto. E’ il riassunto dell’audizione in commissione Trasporti alla Camera del professor Marco Guido Ponti, coordinatore del gruppo di esperti sull’analisi costi-benefici per la Tav. Intanto crescono le fibrillazioni interne al Movimento 5 Stelle. Sia sul tema specifico Tav, sia su questioni di carattere generale, dopo la debacle elettorale in Abruzzo i pentastellati appaiono più nervosi che mai.

Ponti: “Analisi manipolabile, ma meno degli altri strumenti”

Nel parere dell’analisi costi-benefici sulla Tav non c’è stato “alcun atteggiamento ideologico“, ha affermato Ponti. “La neutralità del gruppo di lavoro è come quella di un medico che vede il quadro clinico di un paziente con radiografie e analisi e lo vede molto ammalato. Se il medico è coscienzioso, allora risponde che il paziente è molto ammalato“. Dopo aver spiegato che però non è uno strumento perfetto, Ponti ha aggiunto che “E’ manipolabile? Si certo, ma altri sono più manipolabili“.

Pareri discordanti

E’ sbagliato dire che il progetto è inutile. Nessun progetto è totalmente inutile. Ogni progetto ha dei benefici, qui ci sono per i passeggeri”. Però “sono troppo pochi per giustificare” l’investimento. Ad affermarlo è un altro esperto della commissione, il professor Francesco Ramella. C’è poi il ‘dissidente’ Pierluigi Coppola, l’unico membro del gruppo di studi a non aver firmato l’analisi. In una intervista al Corsera ha spiegato che non ritiene idonea “la metodologia utilizzata”.

Polemiche tra i militanti 5 Stelle: la base si ribella ai ‘portavoce’

Mentre i governatori delle regioni del Nord sono unanimi sul sì Tav, dilagano le polemiche interno ai 5 Stelle. Se da un lato gli storici No-Tav pentastellati incalzano i loro rappresentanti per una chiarezza definitiva contraria all’opera ed una presa di posizione netta contro la Lega, dall’altro lato il rifiuto di un referendum sul tema ha inasprito gli animi tra la base del Movimento. Il no preventivo al referendum sul proseguimento dei lavori è considerato da molti un tradimento di uno dei cavalli di battaglia 5 Stelle: la democrazia diretta. Sui social, in quasi tutti i gruppi di interesse pentastellati, che contano centinaia di migliaia di iscritti, volano stracci tra gli stessi militanti.

Di Battista nervoso se la prende con il pubblico: perché non mi applaudite?

Dalla questione specifica a quella generale il passo è breve. Dopo le elezioni in Abruzzo e la batosta inflitta da centrodestra e centrosinistra alla candidata pentastellata, i dirigenti 5 Stelle appaiono nervosi, confusi e spesso le loro frustrazioni vengono indirizzate contro gli elettori. Se Beppe Grillo durante un suo spettacolo chiede agli Abruzzesi di restituire gli spazzaneve e i soldi devoluti dal Movimento, peggio è riuscito a fare Alessandro Di Battista. L’ex parlamentare negli studi di La7 ieri sera, di fronte ad un pubblico freddo per le sue uscite polemiche contro Salvini, se l’è presa con loro. “Ma non ce le avete queste“, ha affermato stizzito il pentastellato in riferimento ai pochi applausi della sala. Forse Di Battista si aspettava che il suo ritorno in Italia comportasse un impennata di consensi, invece non c’è stato nessun beneficio in casa 5 Stelle.

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