MILANO – Un’ulteriore apertura dall’Europa e una doccia fredda per il presidente piemontese Sergio Chiamparino. A quasi un mese dagli ‘avvisi’ di gara per i lavori della Torino-Lione si riapre il capitolo Tav con un rinnovato pressing di Bruxelles al governo. L’Unione europea si è detta pronta a finanziare al 50 per cento l’opera.
Il nodo Tav
Una mossa che sembra andare incontro alle richieste all’Ue di maggiori finanziamenti arrivate nei giorni scorsi dal vicepremier leghista Matteo Salvini. Allo stesso tempo, la decisione non offre così più alcun appiglio all’alleato ‘giallo’ dell’esecutivo, che da sempre lamenta un costo elevato della Torino-Lione rispetto ai benefici. Così come sancito dalla fatidica analisi (lo stesso capo politico del M5S Luigi Di Maio ricorda da New York che ci sono prima altre 300 opere più importanti e urgenti).
Salvini boccia la consultazione sulla Torino-Lione
Il più strenuo difensore dell’opera, il governatore del Piemonte, non ha però fatto in tempo a rallegrarsi che dal Viminale è arrivata la stangata. Il Piemonte non voterà sulla Tav il prossimo 26 maggio. Il ministro dell’Interno ha infatti negato il via libera all’election day chiesto da Chiamparino che intendeva convocare insieme alle Regionali e alle Europee anche una consultazione popolare sulla Torino-Lione, prevista dall’articolo 86 dello statuto piemontese.
Duro botta e risposta tra Chiamparino e Salvini
La lettera, con la quale Salvini nega l’accorpamento elettorale, è arrivata in Piazza Castello. Provocando l’immediata reazione del presidente che ha iniziato con il leader leghista un acceso botta e risposta con tanto di note a mezzo stampa. All’accusa di Chiamparino di “avere paura dell’opinione dei cittadini”, Salvini ha risposto che il governatore “non capisce o fa finta di non capire. Il referendum sul Tav non posso convocarlo, ma andrei a votare domani mattina”. E ribadisce: “la responsabilità è della Regione. Convochi la consultazione, se è certo di conoscere norme che lo consentono”.
Il motivo del no
Una consultazione popolare su uno specifico tema è prevista dall’articolo 86 dello statuto della Regione Piemonte (non un vero e proprio referendum per indire il quale manca una legge attuativa che il Consiglio regionale non farebbe in tempo a promulgare prima della scadenza). Ma Salvini ha spiegato, nella lettera al governatore, “che l’attuale quadro normativo nazionale e regionale che disciplina la materia non contempla l’accorpamento con le elezioni europee, amministrative e regionali”. Una spiegazione che non ha convinto Chiamparino: “Non c’è norma regionale che lo impedisca, quelle nazionali non sono precisate, ma tant’è. I cittadini fanno paura”.
Si attende il confronto Toninelli-Borne
Eretto a ruolo di ‘eterno paciere’, il premier Giuseppe Conte ha rimandato le decisioni sul dossier Tav al confronto tra i ministri Danilo Toninelli e la francese Elizabeth Borne e con la Ue. Da Mantova, la coordinatrice europea del Corridoio mediterraneo, Iveta Radicova, ribadisce la volontà di Bruxelles di portare al 50% il finanziamento dell’infrastruttura. Così come fa sapere l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Francesco Balocco, presidente dell’AiPo, l’Autorità di bacino del Po.
L’Ue finanzierebbe il 50% del progetto
Con il 50% pagato dall’Europa, la Tav costerebbe all’Italia circa 500 milioni in meno dato che la quota per la parte transnazionale della nuova ferrovia scenderebbe da 2,98 a 2,48 miliardi di euro. “Un’ottima notizia e motivo in più per farla”, liquida Salvini. La decisione, si sa, sarà rimandata a dopo le europee. Nella speranza che non sia troppo tardi.
(LaPresse/di Valentina Innocente)