Telefonino in carcere, in 9 nei guai

Nella foto Guido Migliore e, sullo sfondo, il carcere 'Uccella' di Santa Maria Capua Vetere

MONDRAGONE – Mentre erano detenuti nel carcere ‘Francesco Uccella’ di Santa Maria Capua Vetere hanno usato un telefonino, senza autorizzazione, per comunicare con l’esterno: è l’accusa che la Procura di Santa Maria Capua Vetere contesta a nove imputati.

I nomi

Si tratta di Guido Migliore, 30enne di Mondragone, Mario Sarnataro, 31enne di Boscoreale, Simmaco Zini, 25enne di Capodrise, Giuseppe De Palma, 52enne di Napoli, Roberto Delle Curti, 51enne di Capodrise, Ciro Immobile, 25enne di Boscoreale, Alfredo Di Tota, 28enne di Napoli, Alfonso Fiorente, 53enne di Torre Annunziata, e Raffaele Coppola, 55enne di Boscoreale.

L’accusa

L’accusa è di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Su istanza del pubblico ministero Maria Alessandra Pinto, i nove dovranno affrontare il processo dinanzi al giudice Honorè Dessi del Tribunale di S. Maria Capua Vetere. Ad assisterli gli avvocati Ventriglia Prisca, Giuseppe Stellato, Erica Cantiello, Nello Sgambato, Massimo Trigari, Maria Francesca Cavaliere e Francesco Lavanga.

Lo stratagemma

La sim card che veniva inserita nel cellulare era nascosta, sostiene l’accusa, in una cassa di un orologio di colore nero in uso a Migliore. Il segnatempo è stato rinvenuto in una cella del terzo piano del reparto Volturno. La sim è stata scoperta dagli agenti della penitenziaria il 22 febbraio dell’anno scorso. Il processo prenderà il via a metà gennaio.
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