Tennis, Murray torna ad allenarsi dopo l’operazione all’anca

Segnali di ottimismo da parte del tennista britannico

Foto Joe Toth/PA Wire in foto Andy Murray

MILANO – Il suo annuncio, tra le lacrime, a Melbourne aveva commosso tutti gli appassionati di sport. Andy Murray, dopo due stagioni di sofferenze passate più in infermeria che sul campo per via dei problemi all’anca destra, aveva sconvolto il mondo del tennis con quel suo “Non posso andare avanti così, spero di giocare fino a Wimbledon”. Singhiozzato in conferenza stampa l’11 gennaio prima dell’inizio degli Australian Open. Ufficializzando l’intenzione di lasciare il circuito professionistico, possibilmente sull’erba di casa, dove ha trionfato nel 2013 e nel 2016.

Poi a fine gennaio il 31enne scozzese si è sottoposto ad un secondo intervento all’anca, nella capitale inglese. Con l’inserimento di una protesi metallica, con l’obiettivo prima di tutto di migliorare la propria qualità di vita. Senza farsi troppe illusioni circa la possibilità di tornare a competere ad alti livelli. Circa un mese dopo sono arrivati i segnali di fiducia da parte di mamma Judy. Ma soprattutto a inizio marzo è stato lo stesso ex numero 1 del mondo ad esprimere ottimismo sulle sue condizioni.

“L’operazione è andata bene. Sono molto più felice ora di quanto lo fossi 12 mesi fa, perché posso muovermi senza sentire dolore al fianco, a differenza degli ultimi due anni” – ha affermato Murray parlando con la Bbc a margine di un evento con un suo sponsor – “La riabilitazione è lenta ma procede, devo solo essere paziente e vedere i progressi. Se sarà possibile, certo che ovviamente mi piacerebbe tornare a competere”.

Una positività che trova conferma nei fatti, visto che adesso trapelano pure le notizie dei primi allenamenti. Sui campi in terra battuta dell’Oxshott Village Sports Club, il giocatore di Dunblane è tornato a colpire la pallina, allenandosi contro un muro. Nel video, postato su Instagram con la didascalia “E’ un inizio”, si vede Murray colpire sia di diritto – fondamentale dove l’infortunio gli creava maggiori problemi – sia di rovescio.

(LaPresse)

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