Tentata estorsione, il fratello dell’ex consigliere sotto inchiesta

Con Francesco Diana nei guai anche Michelangelo Traettino di Villa di Briano

Francesco Diana e Michelangelo Traettino

S. CIPRIANO D’AVERSA Dopo le armi che gli agenti della Squadra mobile di Caserta gli hanno trovato nell’azienda agricola di San Tammaro, i guai giudiziari per l’imprenditore Francesco Diana, a quanto pare, non sono finiti. La Procura di Napoli Nord, infatti, lo ha coinvolto in un’altra inchiesta insieme a Michelangelo Traettino, 37enne di Villa di Briano. Minacce, lesioni personali e tentata estorsione sono le ipotesi di reato che vengono contestate ai due. Nei giorni scorsi, i carabinieri della stazione di San Cipriano d’Aversa hanno sequestrato i loro cellulari, che saranno analizzati domani nel palazzo di giustizia normanno. Gli avvocati Raffaele Vanacore, Ferdinando Letizia ed Enzo Domenico Spina, difensori di Traettino e Diana, potranno anche nominare dei consulenti di parte affinché esaminino, come farà il tecnico scelto dagli inquirenti, i dispositivi. La vittima (rappresentata dall’avvocato Francesco Parente) delle presunte condotte illecite, di cui si sarebbero resi protagonisti il brianese e il sanciprianese, è un imprenditore attivo nel settore della panificazione ed ha legami familiari con esponente della Nuova camorra organizzata assassinato, su ordine di Antonio Bardellino, negli anni Settanta, a Giugliano in Campania.
Francesco Diana, 45enne, è il fratello di Orlando, consigliere comunale dal 2004 al 2012 a San Cipriano e marito di Giuseppina Barbato, attuale esponente della maggioranza consiliare. Orlando è sotto inchiesta dalla Dda di Napoli per associazione mafiosa. Stando alla tesi degli inquirenti, avrebbe rappresentato gli interessi del clan dei Casalesi nel settore delle cooperative sociali.
Francesco Diana è anche cognato di Michele Barone, ex esponente del clan Zagaria, da diversi anni collaboratore di giustizia, e cugino dell’imprenditore Pino Fontana, uomo d’affari di Casapesenna condannato con sentenza irrevocabile per associazione mafiosa (clan Zagaria).
Dopo il ritrovamento delle armi (tre pistole, di cui una con la matricola abrasa, e un fucile) avvenuto il 13 febbraio scorso nella sua azienda agricola, il 45enne venne arrestato e sottoposto ai domiciliari. A seguito dell’udienza di convalida, nel corso della quale ha ammesso che le semiautomatiche e il fucile erano suoi, è stato scarcerato. Il giudice ha imposto all’imprenditore l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.
Francesco Diana e Traettino sono considerati innocenti fino a una eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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