Tim, scontro tra Elliott e Vivendi. I francesi: “Nulla contro Gubitosi”

Il titolo della nota compagnia telefonica chiude oggi a Piazza Affari in calo dello 0,33% a 0,536 euro

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

MILANO “Non abbiamo nulla contro Gubitosi, che sta tentando di preparare al meglio il suo piano industriale”. Parola di Vivendi. I francesi, soci di maggioranza relativa di Tim con il 23,9%, continuano a muoversi in vista dell’assemblea del 29 marzo prossimo in cui tenteranno il ribaltone in consiglio.

Tim, tensioni tra Elliott e Vivendi

Il nuovo amministratore delegato Luigi Gubitosi, eletto con in cda con la lista di Elliott, ha presentato nei giorni scorsi un piano che i mercati hanno dimostrato di apprezzare, in attesa di capire il destino della rete. Dunque, se si vogliono portare i soci dalla propria parte, dopo settimane di calo del titolo, a Parigi preferiscono separare bene gli attori in causa. “La distanza di Vivendi – fa sapere un portavoce del gruppo transalpino – è con Elliott, i membri del consiglio di amministrazione della sua lista e la sua visione di governance a proprio uso e consumo che non rispetta gli interessi di tutti gli azionisti”.

Cosa rischia l’ad Gubitosi

È un dato di fatto però che, negli ultimi anni, ad ogni cambio dell’azionariato di Tim o di consiglio ha fatto seguito un rinnovo dell’incarico di capo azienda. E Gubitosi potrebbe in ogni caso rischiare nel caso Vivendi riuscisse a catalizzare più voti, in modo da opporsi a quella che ormai pare una cordata Elliott-Cdp, che parrebbero accomunati da una visione simile sulla rete unica con Open Fiber. Ovvero la vendita, per abbattere il debito e creare sinergie sugli investimenti.

Open Fiber, i francesi appoggiano il progetto

Tuttavia Vivendi sembra aver smussato la strategia, dopo una serie di lettere a sindaci di Tim e Consob per denunciare presunte irregolarità della governance. E anche sulla rete i francesi sembrano più aperti. In un documento depositato nei giorni scorsi da Vivendi in vista dell’assemblea, si legge che il gruppo “è pronto a supportare la fusione di Open Fiber con Tim” se le condizioni fossero “corrette ed eque” dai punti di vista “operativo, finanziario e normativo” e “supervisionate” da un cda “in maggioranza” indipendente.

Piazza Affari, il titolo Tim in perdita

Oltre al mercato, la posizione più morbida strizza l’occhio al governo, che si è a sua volta espresso a favore delle rete unica con la società a metà tra Enel e Cdp. Tim chiude oggi a Piazza Affari in calo dello 0,33% a 0,536 euro.

(LaPresse/di Lorenzo Allegrini)

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