ROMA – Le vicende che hanno coinvolto il M5S rischiano di travolgere inevitabilmente la maggioranza di governo. Se i pentastellati espellono due senatori, Gregorio De Falco e Saverio De Bonis e si riservano di ‘deliberare’ rispetto ad altre due senatrici Paola Nugnes e Elena Fattori, il rischio che a Palazzo Madama vengano a mancare i numeri è concreto.
Contarsi è d’obbligo
La matematica non è un’opinione: al Senato la quota di maggioranza è di 161, i senatori del M5S sono 107 quelli del carroccio 58. Ciò significa che se qualcuno si assentasse il governo rischierebbe di ‘andare sotto’.
Orizzonte opaco
Il fatto che a breve Camera e Senato saranno chiamate ad approvare provvedimenti di ‘bandiera’ divisi preoccupa M5S e Lega. La legittima difesa, riforma cara alla Lega e al vicepremier Matteo Salvini, non convince tutti gli esponenti del M5S così come il taglio dei parlamentari e dei loro stipendi non piace al carroccio.
I rischi
Sul primo provvedimento il Movimento rischia altre fratture interne e defezioni. Sul secondo, la Lega inizia a mettere le mani avanti con Claudio Borghi che precisa “Io c’ero quando si scriveva il contratto di governo. E in quel contratto tra Lega e M5S, il taglio degli stipendi dei parlamentari semplicemente non c’è”. E ancora sulla riduzione del numero dei parlamentari, su cui punta il M55 vorrebbe riformando la Costituzione: “A parte che, come si sa, le riforme costituzionali non portano bene, se devo essere sincero non sono particolarmente favorevole neppure a questa proposta”.
Correre ai ripari
Se i pentastellati continuano a cacciare gente mantenere i numeri al Senato e garantire la tenuta del governo diventa complicato. Sarà per questo che i probiviri grillini che in un battito di ciglia hanno espulso De Falco e De Bonis temporeggiano su Nugnes e Fattori?