Traffico di stupefacenti, 11 arresti. Coinvolti i narcos dei Mazzarella

San Giovanni a Teduccio. Tra gli indagati anche soggetti vicini alle cosche dei D’Alessandro e dei Fabbrocino

NAPOLI – Un traffico di droga sull’asse Spagna-Italia, con i carichi organizzati a bord di tir e dietro l’ombra della camorra. E’ il sunto dell’operazione della squadra mobile di Salerno, all’alba di ieri, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, nei confronti di 11 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Lo sviluppo dell’indagine ha consentito di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale in grado di gestire il traffico di droga su un ampio territorio, principalmente su Salerno, Scafati e nella zona vesuviana dell’hinterland napoletano, ed in stretto rapporto con gruppi criminali presenti nell’agro-nocerino-sarnese nonché con associazioni criminali attive a livello internazionale. L’attività investigativa ha consentito l’individuazione del capo della holding, ovvero Vincenzo Starita che avrebbe intrattenuto stretti rapporti con la criminalità locale e con organizzazioni criminali estere, riuscendo ad organizzare trasporti di ingenti quantitativi di sostanza stupefacenti provenienti dalla Spagna e dai Paesi Bassi. Lo stesso starita fu coinvolto in un’indagine sui D’Alessandro di Castellammare di Stabia. Starita riconosciuto come dominus dell’organizzazione, è accusato di aver “promosso, finanziato, diretto ed organizzato il sodalizio provvedendo ad organizzare l’approvvigionamento della sostanza stupefacente del tipo cocaina e hashish” con il “finanziamento dell’acquisto, intrattenendo al contempo stretti rapporti con la criminalità locale e contatti con organizzazioni criminali estere”.

Ma ci sono anche altri soggetti ritenuti vicini a organizzazioni criminali del Napoletano. Come Luigi Cozzolino, residente a San Gennaro Vesuviano, ritenuto in passato vicino al gruppo Fabbrocino. O come Mariano e Salvatore Bonavolta, zio e nipote, ritenuti narcos per conto dei Mazzarella.

Nel corso di indagini sono stati arrestati due trasportatori. Il 14 aprile 2018, fu bloccato Mario Miranda, sorpreso a trasportare, a bordo di un autoarticolato, nascosti sotto un carico di arance, 630 chili di hashish occultati all’interno del rimorchio. Per quell’arresto Miranda patteggiò una pena di 3 anni di reclusione, 13mila euro di multa e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Poco dopo, il 16 giugno del 2018, fu arrestato Luigi Canfora, trovato in possesso di oltre 11 chili di cocaina. Un simile quantitativo di stupefacente indusse la polizia a ritenere che la droga fosse riconducibile ad organizzazioni criminali che operano su larga scala. I Bonavolta furono colpiti da un’altra inchiesta lo scorso settembre. Le indagini consentirono permesso di ricostruire diversi episodi di traffico e di spaccio di stupefacenti. Si è scoperto come avessero impiantato un grosso traffico di droga, in prevalenza cocaina, importandola direttamente dai Paesi Bassi. Traffico che si sarebbe basato sul sistematico impiego di ‘corrieri’ che, in cambio di denaro, erano incaricati di recuperare lo stupefacente dai narcos internazionali e di consegnarlo all’organizzazione di San Giovanni a Teduccio. Fondamentali, ancora una volta, si sarebbe rilevato l’utilizzo delle microspie, alcune delle quali installate a bordo delle auto utilizzate per il trasporto degli stupefacenti. Grazie a una di queste si sarebbe arrivato al sequestro dei 6 chili di droga e a un arresto. Particolare attenzione, inoltre, è stata posta dagli investigatori sul fatto che l’organizzazione si occupava, oltre che del traffico di droga, anche dei cosiddetti ‘passaggi di mano’ ossia di cessioni non inferiori ai 500 grammi. Questo avrebbe permesso di accumulare un vero e proprio tesoro in beni mobili e immobili nonché in quote societarie. L’indagine trasse traggono origine dall’incendio del 14 giugno 2018 all’interno del bar ‘Le Shabby Cafè’, in via Toledo, gestito da una delle società riconducibili ai Bonavolta. Gli elementi raccolti fecero emergere un traffico di cocaina, importata dai Paesi Bassi, riferibile alla famiglia.

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