Tragedia a Cardito, lo zio di Giuseppe: “Vogliamo giustizia, tuteleremo le bimbe”

“Chi ha sbagliato paghi fino all’ultimo. Mio fratello nominerà un avvocato e combatterà per le figlie”

CARDITO – C’è un filo che lega via Marconi a Cardito e il rione popolare di Pompei. Un filo di quelli spessi e intrisi di dolore, difficili da spezzare. Nella tragica vicenda che ha investito le 22mila anime devote a San Biagio, un pezzo di storia affonda le radici anche nella città degli Scavi. Il papà di Giuseppe, il bimbo di 6 anni ucciso domenica, è proprio di Pompei, precisamente della ‘167’, il rione di edilizia popolare. Di lui si sa che si chiama Felice Dorice, ha 30 anni e al momento risulta disoccupato. Il suo passato è più chiaro del presente. Anni fa incontrò Valentina Casa. Dalla loro relazione nacquero tre splendidi bambini, tutti accomunati da quegli occhioni profondi e vispi. Poi le strade di mamma e papà si sono separate: lei ha incontrato Tony Essobti Badre (clicca qui per leggere) lui un’altra donna.

Tony Essobti Badre
Giuseppe e Noemi

La vita va avanti, d’altronde, persino gli amori più veri possono finire. Basta farsene una ragione e ripartire. Chissà se si può dire lo stesso di fronte a drammi come quello avvenuto domenica. Da quel tragico pomeriggio anche la vita di Felice è cambiata, lui che protagonista non lo era ma che all’interno del dramma ci è stato trascinato per i capelli dal destino. La notizia della morte del bambino e del ferimento di Noemi, l’altra figlia di 8 anni sopravvissuta alla carambola di violenza, è approdata alle pendici del Vesuvio attorno alle 23. Otto ore dopo l’ingresso dei sanitari in quell’appartamento al primo piano di via Marconi 70, otto ore dopo la constatazione della mattanza di sangue e lividi.

Valentina Casa

“La telefonata peggiore che potessimo ricevere”. Così Vincenzo, fratello di Felice e zio delle vittime innocenti, rivive con voce rotta quegli istanti interminabili. Vincenzo si fa portavoce del papà dei bambini. “Non vuole parlare con nessuno, è distrutto, come distrutta è tutta la nostra famiglia. Mio fratello ha il cuore spaccato, non riesce a capacitarsi di quanto accaduto”. “Non conosceva Tony e non era informato sulla nuova relazione di Valentina – aggiunge – Purtroppo alle 23 di domenica ci è crollato il mondo addosso. Appena abbiamo staccato la telefonata ci siamo messi in macchina in direzione Napoli. Non è vero, come dicono in tanti in questi giorni, che la famiglia di Giuseppe, Noemi e della bimba miracolosamente scampata alla furia, non si è fatta vedere. Io e mio fratello abbiamo trascorso la notte tra domenica e lunedì in commissariato, ad Afragola”.

Vincenzo Dorice

Vincenzo smentisce dunque le malelingue circolate attorno alla famiglia di Pompei, spazzando via l’alone di indifferenza aleggiato nelle prime ore. “E’ da lunedì che facciamo la spola tra qui e il Santobono. Mio fratello, dopo essere stato ascoltato dal tribunale dei minori (i giudici gli hanno chiesto della separazione e del rapporto con Valentina, e se conoscesse il suo nuovo compagno, ndr), è andato a far visita alla piccola Noemi. La bambina è stata felicissima di vederlo, i dottori infatti dicono che chiede sempre del papà. E’ stato un momento bellissimo, indimenticabile. Da brividi a fior di pelle. In realtà chiede del papà da quando ha varcato la soglia della struttura ospedaliera. Lunedì siamo stati fino a tarda serata nel nosocomio, Noemi non faceva che sorridere e mio fratello era commosso”.

Felice, il padre naturale di Giuseppe

Adesso viene il difficile, però. “Parlo a nome di mio fratello: ci stiamo muovendo per tutelare le due bambine. A breve, forse questione di ore, nomineremo un avvocato che si occuperà di loro. Felice spenderà tutte le sue forze per tutelare le figlie, è una promessa che ha fatto in primis a se stesso”. Non è l’unico obiettivo dell’uomo. “Chiediamo e vogliamo giustizia. Confidiamo nella magistratura italiana, chi ha sbagliato deve pagare e scontare fino all’ultimo secondo”. Perdere un figlio è un’esperienza contro natura. Le parole di Felice, affidate al fratello Vincenzo, scavano un solco di ammirazione. “La morte di un’anima innocente, quale era Giuseppe, e il ferimento di Noemi devono aprire le coscienze. Mai più violenza sui minori, mai più. L’augurio è che questa tragica storia possa insegnare qualcosa di buono, valori di pace e di amore a chi l’ha vissuta anche indirettamente e a chi la apprenderà dai racconti”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome