Trapani, fallimenti pilotati: arrestato un imprenditore

Indagine in corso da diverso tempo

Guardia di Finanza
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

TRAPANI – La guardia di finanza di Alcamo (Trapani) ha eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore alcamese. Indagato per reati di bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e fallimenti pilotati, che gli avrebbero fruttato guadagni illeciti per un milione e 200mila euro. Sono in corso di esecuzione diverse perquisizioni in abitazioni e sedi di società riconducibili ad altri indagati. Le indagini, coordinate dalla procura di Trapani, hanno riguardato 10 persone. Indagate per bancarotta fraudolenta, frode fiscale, intestazione fittizia di beni e illecito trasferimento di denaro.

I finanzieri alcamesi hanno quindi scoperto un complesso sistema criminale caratterizzato dalla creazione di numerose società. Dedite alla vendita al dettaglio di casalinghi. Dalle quali con sistematicità venivano sottratte illecitamente grandi quantità di beni e denaro attraverso operazioni aziendali e finanziarie. Le indagini sono state avviate in seguito al fallimento di una società dell’arrestato. I finanzieri hanno poi accertato che l’azienda trasferiva ingenti somme di denaro, da utilizzare per il pagamento di fornitori e dipendenti, sui conti correnti personali dell’imprenditore. Per poi essere illecitamente impiegate per finanziare due nuove attività commerciali intestate a soggetti prestanome e nullatenenti.

Indagine in corso da diverso tempo

Intercettazioni telefoniche hanno fatto emergere un sistema fraudolento realizzato dall’arrestato. Grazie alla complicità di un noto consulente fiscale alcamese e di alcuni imprenditori operanti nelle province di Trapani e Palermo. Il gruppo criminale, con risorse provenienti da aziende precedentemente fallite, provvedeva a creare nuove attività commerciali. Intestandole a soggetti nullatenenti, che dovevano esclusivamente firmare i documenti di costituzione delle società.

Successivamente, gli indagati sottraevano la merce in magazzino e gli incassi delle vendite. Senza talvolta pagare gli stipendi ad alcuni ignari dipendenti delle società. Determinandone sistematicamente la crisi e il conseguente fallimento. L’analisi della documentazione contabile e le indagini bancarie effettuate nei confronti dei soggetti coinvolti hanno permesso complessivamente di quantificare un guadagno illecito pari a oltre un milione e 200mila euro. Che l’arrestato ha dirottato in una società immobiliare e in una società di ristorazione, entrambe fittiziamente intestate ad alcuni familiari.

(LaPresse)

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