Trasporti, Giovannini: “Mobilità ‘dolce’ non decolla, riforma tpl ineludibile”

Nei mesi scorsi, in vista della ripresa delle scuole e delle attività lavorative, il governo ha lavorato sul tpl seguendo quattro direttrici di intervento.

ROMA – Nei mesi scorsi, in vista della ripresa delle scuole e delle attività lavorative, il governo ha lavorato sul tpl seguendo quattro direttrici di intervento. A fotografare lo stato dell’arte sul fronte del trasporto pubblico è il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, che in commissione Trasporti alla Camera si è soffermato sul potenziamento dell’offerta, sulla distribuzione della domanda per ridurre i picchi, sulle regole di funzionamento e sulla profonda riforma del tpl, “ormai ineludibile”.

“Abbiamo lavorato con Regioni e Province autonome per la riorganizzazione del tpl a settembre e analizzato i piani che ci hanno inviato”, ha spiegato Giovannini, che ha chiesto all’Istat di condurre una rilevazione sulle attese dei cittadini per l’autunno. “È previsto un calo degli spostamenti per studio e lavoro – ha evidenziato -, è prevista una diminuzione dell’uso del mezzo pubblico mentre è previsto un amento del ricorso all’auto privata e il Covid ha certamente un ruolo importante nel determinare queste scelte, ma anche la prosecuzione ad esempio dello smart working. È attesa quindi una caduta di circa il 20% dell’utilizzo del mezzo pubblico con un parallelo aumento dell’utilizzo dell’auto privata”. L’aumento del ricorso al mezzo privato, indica la ricerca Istat, riguarda “solo quello a motore” mentre “non decolla la mobilità dolce”, come monopattini o bici elettriche.

Per quanto riguarda i finanziamenti, nel biennio 2020-2021, ha riferito il ministro, sono stati distribuiti 2,7 miliardi per la copertura dei mancati ricavi dovuti all’emergenza sanitaria e per l’erogazione di servizi aggiuntivi. “Nella seconda parte del 2021 – ha aggiunto -, saranno ripartiti 618 milioni per finanziare servizi aggiuntivi. Nel primo semestre le Regioni hanno usato 222 milioni, quindi è quasi tre volte tanto rispetto a quanto era disponibile nel primo semestre. E poi ci sono 800 milioni per compensare i minori ricavi. Direi, quindi, che gli stanziamenti messi in campo dal governo sono pienamente adeguati a sostenere un aumento dell’offerta”. Non solo, i servizi aggiuntivi hanno determinato nel primo semestre un aumento medio giornaliero del 4,2% dell’offerta. Nelle ore di punta, si stima un aumento dei servizi del 10% sui treni e del 15-20% sui mezzi del Tpl. “I servizi aggiuntivi previsti per l’autunno sono il triplo di quelli di settembre 2020. Nel secondo semestre 2021, i servizi aggiuntivi sono superiori del 9,3% rispetto a quelli del primo semestre, con 5.703 mezzi dedicati”. Insomma, per Giovannini “Governo e Regioni hanno fatto uno sforzo straordinario sul fronte del potenziamento del tpl” in vista della ripresa della scuola, “e chi pensa che tutto sia come lo scorso anno, è smentito dai dati”.

Le Regioni, ha tuttavia rilevato Giovannini, “hanno usato una piccola parte dei fondi finora”. Nel primo semestre 225 milioni per circa 40 milioni di vetture/km aggiuntive. “I lori piani ci indicano al momento 44 milioni. Facendo le debite proporzioni c’è ampio spazio, o c’era ampio spazio, per le Regioni per potenziare ancora di più. Lo dico perché ognuno poi si assume le proprie responsabilità – ha concluso -: noi stiamo raccogliendo le informazioni proprio dai tavoli prefettizi per capire meglio se c’era una domanda che non è stata pienamente accolta”.

Di Ronny Gasbarri

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