Tre carte e cinque stelle

“Le parlamentarie del partito di Conte dovrebbero essere definite ‘comparsarie’. Scegliendo i capilista e usando il giochino delle pluricandidature l’ex premier ha, infatti, nominato direttamente tutti coloro che entreranno in parlamento rendendo il voto degli iscritti un esercizio di stile utile solo a individuare le persone che faranno da comparse per comunicare una democrazia interna che, in realtà, non esiste”. Così si legge in un comunicato  dell’associazione Rousseau, la storica piattaforma politica utilizzata, un tempo, dal M5S. Un comunicato che sgombra il campo dai dubbi su quanto sia farlocca ed inutile la cosiddetta “democrazia diretta” di cui ha menato vanto il Movimento che ideologicamente fa capo a Beppe Grillo e che oggi è gestito da Giuseppe  Conte già primo ministro di due dei tre governi che hanno caratterizzato l’ultima legislatura. I lettori ricorderanno che uno dei cavalli di battaglia dei 5 Stelle è stato quello di proporre al popolo italiano un modello di democrazia assembleare permanente al posto della “vecchia“ democrazia parlamentare, un sistema che, teoricamente, avrebbe dovuto basarsi sulle decisioni assunte dai militanti attraverso il web, in una sorta di consultazione permanente per determinare le scelte politiche alle quali poi attenersi nel corso dell’attività svolta sia dai vertici del partito sia dai gruppi parlamentari. Una grande demagogica menzogna tesa a screditare le istituzioni e la prassi stessa della democrazia in uso in Italia. Da questa asserzione innovativa discendeva la necessità di dover aprire, come una scatola di tonno, l’intera impalcatura istituzionale della nazione. In verità questa della democrazia assembleare non è stata l’unica fandonia che il Movimento ha propinato agli italiani,  e che successivamente si è rimangiata. Fanno, infatti, parte del corredo ideologico successivamente abbandonato i limiti di mandato, il principio egalitario che “uno valga uno”, la riduzione degli stipendi ai parlamentari e l’abolizione dei vitalizi, la trasparenza nelle decisioni assunte, il rifiuto ad allearsi con i partiti che avevano governato l’Italia in precedenza, ed altre amenità varie. Quella organizzata dai pentastellati è stata una campagna d’odio alimentata sapientemente con la quale si prefigurava una lotta spietata alla casta ed alla corruzione, alla politica intesa come “mestiere” essendo bastevoli buonsenso e probità per governare la nazione. Grani di un rosario, quello grillino, massimalista e scriteriato, che prefigurava la necessità di una “rivoluzione“ delle coscienze e dell’intera impalcatura politica. Come sia andata a finire è sotto gli occhi di tutti: scissioni, espulsioni continue, nascita di veri e propri gruppi di potere governativo, bailamme ideologico più assoluto fino alla partecipazione a tre governi di segno politico diametralmente opposto. Dopo aver dichiarato sconfitta la povertà, grazie all’elargizione del reddito di cittadinanza, un’ulteriore tipologia di assistenzialismo clientelare, eccoli ritrovarsi a predicare la lotta ai bisogni per una società che vede crescere sia la povertà che i bisogni stessi. Soggetti nati e cresciuti all’insegna dell’ignoranza e dell’inesperienza politica sono assurti ai vertici del governo mostrando, per intera, la propria inadeguatezza a gestire la “cosa pubblica”. A metà tra i contestatori ed i profittatori del sistema, gente senza arte e né parte, i 5S si sono illusi che la mera indicazione all’onestà potesse bastare per redimere la politica dai propri mali. Così come sarebbe bastato lasciare mano libera ai pubblici ministeri e mettere alla gogna i sospettati per moralizzare la nazione. La politica, ahiloro, è un’arte complessa e costituisce l’unico strumento per governare la diversità sociale!! Essa richiede cognizioni teoriche e pratiche, conoscenze di storia, filosofia, economia, sociologia ed etica, non solo  sanculotti che giocano a fare la rivoluzione!! Dover conciliare e governare aspirazioni, interessi, inclinazioni, talenti e devianze sociali che si prospettano in un  corpo sociale, non è materia per bellimbusti che indossano il saio dei Savanarola!! Gli italiani, anch’essi improvvisatori, opportunisti e levantini, hanno fatto finta di crederci così da poter addossare la colpa dello sfascio e del pauroso debito pubblico, alla classe politica ed ai suoi privilegi, immemori dei loro peccati e delle gratificazioni che pure hanno ricevuto nel corso degli anni. In democrazia gli eletti somigliano agli elettori che li votano e non ci sono mistificazioni ed attribuzioni di responsabilità che tengano. Gli stessi elettori, il 25 settembre, saranno nuovamente chiamati a scegliere chi dovrà rappresentarli. Stavolta non avranno alibi postumi se, ancora una volta, giocheranno il truffaldino gioco delle tre carte spacciandolo con quello  dei cinque stelle. 

*già parlamentare

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