Treno deragliato nel Lodigliano, cinque operai indagati

I cinque operai indagati erano al lavoro sui binari la notte prima dell'incidente in cui hanno perso la vita i macchinistii Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù

Foto Antonio Calanni / AP

LODI – Due giorni di controlli sui binari dopo l’incidente ferroviario che ha spezzato le vite dei due macchinisti Mario Dicuonzo, 59enne capuano, e Giuseppe Cicciù, 51enne di Reggio Calabria. Le indagini sono condotte dal Noif, il Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer, che sta eseguendo le verifiche per conto dell’Autorità giudiziaria. Al centro dell’attività ispettiva c’è la mancata segnalazione al sistema elettronico di sicurezza dello scambio in ‘svio’. I tecnici e gli investigatorin stanno cercando di chiarire come mai il sistema di rilevamento non abbia ricevuto una segnalazione di ‘svio’ ma di binari ‘per dritto’, causando poi il disastroso incidente.

Cinque operai indagati

Le indagini si sono concentrate fin da subito sui cantieri attivi lungo i binari la notte prima della tragedia. Sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Lodi i cinque operai intervenuti sullo svincolo in corrispondenza de quale si è verificato il deragliamento del treno Frecciarossa che ha causato due morti e 31 feriti. Gli operai sono stati ascoltati e avrebbero detto di non aver terminato il lavoro completamente, ma di aver rimesso lo scambio in ordine e che il binario dagli agenti di manutenzione era stato restituito regolarmente. In questo modo la centrale di Bologna non avrebbe potuto constatare l’anomalia.

Al vaglio i nastri della videosorveglianza

La polizia scientifica ha recuperato i nastri delle telecamere posizionate sul perimetro della stazione fra Livraga e Ospedaletto Lodigiano, punto in cui i vagoni sono fuoriusciti dai binari. A breve potrebbe arrivare anche l’iscrizione nel registro degli indagati di qualche persona per omicidio e disastro colposo. Anche perché i sindacati rifiutano l’ipotesi di un errore umano commesso dalla squadra di cinque operai che erano intervenuti sullo scambio poco prima dell’incidente e chiedono giustizia.

Famiglie in attesa del dissequestro delle salme

I familiari dei due macchinisti sono ancora a Lodi, assistiti dagli psicologi, e attendono alla camera mortuaria dell’ospedale Maggiore il dissequestro delle salme da parte della magistratura per poter celebrare i funerali. Quelli del capuano Mario Dicuonzo si terranno a Pioltello, dove l’uomo viveva da tempo con la moglie Chiara e il figlio Federico.

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