ROMA – L’Italia è a rischio crescita zero. Lo ha ammesso il ministro dell’Economia Giovanni Tria che, dal palco del Festival dell’economia civile di Firenze, ha lanciato l’allarme. E lo ha fatto mandando un messaggio chiaro quando ha sottolineato che la ricetta del Governo può funzionare a patto che la si smetta di “tifare contro l’Italia”.
Per contrastare lo stop economico italiano Tria auspica la fine dei dissidi ‘gialloverdi’
La crescita economica del nostro Paese è dunque ferma. Questo perché, secondo Tria, è il generale quadro europeo ad aver subìto un freno da quello che per tutti rappresenta il vero motore per andare avanti, vale a dire quella Germania con cui il nostro Paese ha un rapporto economico strettissimo. Allo stesso tempo Tria, con le sue parole, anticipa il giudizio Ocse che boccia la manovra economica. Del resto lo stesso Tria non ha avuto, in passato, giudizi positivi per Reddito di Cittadinanza e Quota 100.
Nei giorni scorsi il presidente di confindustria Vincenzo Boccia aveva auspicato l’attuazione di una manovra decisa che potesse rappresentare anche la chiusura ufficiale dei conflitti interni all’esecutivo nel nome di una compattezza che, stando a quanto visto di recente, continua a mancare. Al di là di qualsivoglia disposizione, di manovre economiche che possano rappresentare un taglio netto con il passato e permettere una risalita generale, il quesito principale riguarda proprio il rapporto tra Lega e Movimento 5 Stelle.
La risposta di Salvini
Non passa giorno che i due schieramenti politici non alimentino polemiche, non si ‘punzecchino’ l’uno sull’attività dell’altro attaccandosi reciprocamente. Il punto, dunque, è la capacità e la volontà di reagire, dimenticando i dissidi interni. Quelli che il vicepremier Matteo Salvini ha definito “cassate”: “Dicono che siamo litigiosi, fascisti, razzisti – ha detto – ma dopo nove mesi gli italiani hanno toccato con mano: abbiamo fatto tante cose e tante le stiamo preparando. Al di là delle chiacchiere che posso fare con il presidente Conte davanti a un buon bicchiere di rosso, il Governo va avanti, figurarsi se mollo”. E aggiunge: “Confindustria ci desse una mano, facesse delle proposte”, ricordando che “l’Italia è fatta dai piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Non solo da grandi banche e imprese”.