Ambiente, Wwf: “Un terzo dei capodogli morti nel Mediterraneo vengono uccisi da plastica”

"La plastica è uno dei peggiori nemici delle specie marine, insieme a pesca intensiva, inquinamento acustico e cambiamenti climatici. Il 95% dei rifiuti che soffocano i nostri mari è costituito proprio da plastica".

Foto LaPresse - Federica Roselli

MILANO – “La plastica è uno dei peggiori nemici delle specie marine, insieme a pesca intensiva, inquinamento acustico e cambiamenti climatici. Il 95% dei rifiuti che soffocano i nostri mari è costituito proprio da plastica. Ogni anno, decine di migliaia fra tartarughe, uccelli e cetacei muoiono per colpa di buste, cannucce, contenitori di cibo e bevande, piatti, reti da pesca, lenze, palloncini e altri rifiuti in plastica. Un terzo dei cetacei trovati morti nelle acque mediterranee aveva lo stomaco intasato dai rifiuti di plastica. É quanto scrive in una nota il Wwf che torna a lanciare l’allarme sull’inquinamento in mare per la plastica. Ciò dopo il ritrovamento di una giovane femmina di Capodoglio spiaggiata in Sardegna, a Cala Romantica, a Porto Cervo, in Costa Smeralda”.

I ritrovamenti

C’era anche un feto di oltre due metri, all’interno del cetaceo morto per aver ingerito rifiuti non biodegradabili tra cui piatti monouso, un tubo corrugato usato per gli impianti elettrici, le comuni buste per la spesa, grovigli di lenze, sacchi condominiali, persino l’imballaggio di un detersivo con ancora riconoscibili marca e codice a barre. Probabilmente quel feto rappresentava la prima e ultima gravidanza di questo esemplare. La scoperta è stata fatta dai veterinari dell’Istituto zooprofilattico di Sassari e della Facoltà di Veterinaria di Padova. Per conoscere con certezza le cause della morte sarà necessario attendere gli esami istologico e tossicologici dei veterinari di Padova. Il quantitativo di plastica ritrovato nell’apparato digerente del cetaceo era praticamente intatto e la proporzione tra le dimensioni dell’animale e la plastica ingerita è particolarmente significativa. Quantità così voluminose, per gli esperti, vengono solitamente ritrovate all’interno di animali più grandi dell’esemplare relativamente piccolo morto a Porto Cervo.


LaPresse

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