CASERTA – La chiusura dell’anno di Procida capitale della cultura 2022 rappresenta il giro di boa per il turismo campano che sulla scia del successo ottenuto, adesso va regolamentato e consolidato. A fare il punto sulle iniziative in corso e quelle in divenire con Cronache è l’assessore regionale al ramo Felice Casucci.
Assessore si è chiuso l’anno di Procida capitale della cultura, quali i progetti in cantiere per restare al centro del panorama turistico nazionale e internazionale?
Si è conclusa la programmazione 2022, è stata importante la programmazione strategica poiché avevamo orientato tutto su Procida in quanto costituiva un paradigma di sviluppo basato sul concetto di turismo sostenibile, con servizi adeguati al modello a cui ci siamo ispirarti, ha funzionato bene. Sono stati cinquecento i Comuni che si sono ispirati al borgo Procida, la ricchezza turistica prodotta non si perde e adesso andiamo su Ischia con una programmazione in continuità nonostante le urgenze legate all’isola. Ci sono finanziamenti per attività specifiche che ci consentiranno di rilanciare ogni ambito turistico della Campania nel panorama nazionale e internazionale dopo che la pandemia prima e la guerra dopo hanno comportato una perdita di turisti internazionali. Con la programmazione 2023 e triennale 2023-2025, dopo aver attivato la collaborazione con grandi stazioni per la promozione turistica ci siamo mossi su Milano.
Venerdì siete stati a Milano per Exempla – il gran tour del saper fare campano, l’obiettivo di questa mostra e dei workshop organizzati?
Milano ha un mercato di riferimento importantissimo e abbiamo ritenuto importante portare una mostra sull’artigianato artistico campano come destinazione turistica che deve diventare punto di riferimento nel panorama turistico esperienziale. All’interno della mostra abbiamo deciso di realizzare sei workshop il primo proprio dedicato a Ischia perché vorremmo che come Procida fosse centro e cuore della nostra promozione turistica.
In che modo pensate di farlo considerate anche le difficoltà che vive Ischia sul piano del dissesto idrogeologico e non solo?
Abbiamo pensato di utilizzare Ischia proprio come modello di resilienza in un momento in cui l’incontro con le persone diventa sempre più complicato ed è altrettanto complicato garantire intrattenimento legato a valori e sostanzialità. Allo stesso tempo pensiamo di applicare un paradigma di rigenerazione a Ischia come alla costiera amalfitana e all’area sorrentina. Ischia viene sostenuta da un finanziamento di 80 milioni stanziati dal governo e 4 dalla Regione che sappiamo essere pochi per il dissesto idrogeologico, ma possiamo vincere una sfida importante puntando sulla tutela della bellezza e delle tradizioni. Sarà utile realizzare un modello in grado di convertire i numeri che diventano valore aggiunto quando, per esempio sono legati alla lunga permanenza.
Come pensate di affrontare il problema dell’overturismo?
Attraverso una maggiore capacità di formazione di chi lavora nelle strutture ricettive, vincendo battaglie come quella che portiamo avanti da tempo per tutelare la professionalità guide turistiche in seguito all’imbarbarimento della competizione turistica. Ischia sarà un caleidoscopio in cui si sperimenteranno tutte le soluzioni. Abbiamo deciso di ragionare con gli assessori Marchiello e Filippelli, già incontrato i sindacati poiché pensiamo che, per esempio, nel periodo che intercorre tra Naspi e attività occupazionale di creare un ponte formativo per rafforzare professionalità e costruire con scuole formazione turistica per implementarla, ma anche per agevolare l’accesso al mondo del lavoro e consentire a chi non ne ha uno o è uno stagionale di qualificarsi perché c’è fame di figure professionali.
A che punto è il ‘piano’ per regolamentare il turismo in Campania?
Il turismo riflette la nostra vocazione territoriale e deve essere maggiormente regolamentato. Speriamo di farlo in modo da renderlo innovativo. Stringando le regole preesistenti, per molti versi inattuate, possiamo adeguarle per renderle innovative e calzanti alla realtà, ma anche in grado di darci una valida prospettiva futura. Ciò che serve è un partenariato tra privati e pubblico. La mediazione garantisce competitività. Il testo che stiamo scrivendo per disciplinare è una chiamata alla responsabilità di tutti.
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