MILANO – Una vera e propria aggressione per impedire a tutti i costi a sua moglie di salire sull’ambulanza. L’episodio è avvenuto in via Pichi a Milano. Un uomo voleva costringere la moglie incinta a non farsi portare in ospedale per ricevere cure perché sul mezzo di soccorso c’erano solo operatori maschi. L’ambulanza era arrivata sul posto per aiutare la donna che, in stato interessante, aveva accusato un malore.
L’arrivo dei soccorsi
“Sono tutti uomini, non voglio che salga, chiamate qualcun altro”, avrebbe dichiarato l’uomo cercando di impedire a sua moglie di salire sull’ambulanza. La scorsa notte la donna, per strada, si è sentita poco bene. Suo marito, 23enne di origine marocchina residente da tempo in Lombardia, all’arrivo dell’ambulanza ha impedito alla donna di salire. Così il 118 ha chiamato la polizia. All’arrivo della volante il diverbio è degenerato in una vera e propria aggressione. Quando gli agenti sono giunti in via Pichi, lui li ha aggrediti, ed è così finito in arresto per resistenza a pubblico ufficiale e per il danneggiamento della volante. La donna è stata invece trasportata in ospedale per gli accertamenti del caso.
Le aggressioni al 118
Dopo le comparazioni dattiloscopiche è emerso che a carico del 23enne pendeva anche un ripristino della carcerazione avverso a una sospensione di pena nell’ambito di una condanna per spaccio. Non si tratta della prima aggressione al personale del 118. Negli ultimi tempi a Napoli è stato creato anche un gruppo per raccogliere le segnalazioni di violenze verbali e fisiche a medici e infermieri. Per fortuna questo episodio si è concluso senza causare gravi danni. Tuttavia il ritardo nei soccorsi dovuto all’aggressione avrebbe potuto causare danni fatali. L’episodio riporta l’attenzione sul riconoscimento del ruolo di ‘pubblico ufficiale’ al personale sanitario, proposta attualmente al vaglio della politica.