Ucraina: Mosca, pioggia di missili su Kiev. Intelligence Usa: colpita anche la Polonia

In foto Sergey Lavrov Press Service via AP

Tra i 90 e i 100 missili. Forse anche di più. Questa la portata degli attacchi che la Russia è tornata a sferrare su gran parte del territorio ucraino, compresa la capitale Kiev. I missili russi, secondo l’intelligence degli Stati Uniti, sono arrivati anche in Polonia, paese Nato, provocando due vittime. Attacchi mirati soprattutto a danneggiare le infrastrutture energetiche ucraine, e arrivati in un giorno significativo. Quello del collegamento in video del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per la sua partecipazione al vertice G20 in Indonesia, dove era presente anche il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov.

La giornata era iniziata con l’invito di Zelensky ai leader del G20 riunuti a Bali a “fermare la guerra della Russia” e fare “pressione” su Mosca contro le “minacce nucleari”. Il presidente ucraino, dopo il suo intervento, in un messaggio su Telegram, ha presentato le ’10 proposte dell’Ucraina’ per la pace. Una lista che comprende, tra le altre, garanzie su sicurezza dalle radiazioni e dal nucleare, rilascio di tutti i prigionieri e deportati, ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità. Un decalogo che non sembra aver impressionato Lavrov. Secondo il ministro degli Esteri russo “Zelensky non ascolta l’Occidente sui negoziati” e Kiev pone “condizioni irrealistiche” per le trattative.

La giornata del G20 è stata caratterizzata dalla ferma condanna nei confronti della Russia per la guerra in Ucraina da parte della maggioranza dei leader presenti a Bali. Anche il presidente cinese Xi Jinping e quello francese Emmanuel Macron, in occasione del loro incontro, hanno chiesto il “rispetto e l’integrità rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina”. La questione Ucraina è stata affrontata anche in occasione dell’incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e la premier Giorgia Meloni, mentre il premier britannico Rishi Sunak ha invitato la Russia a “ritirarsi” condannando la “guerra barbara” di Mosca.

Nelle ore successive sono arrivate notizie sull’arretramento delle forze di Mosca nella regione di Kherson. Le truppe si sono mosse di circa 15-20 km all’interno dalle linee attrezzate sulla riva sinistra del fiume Dnipro per proteggersi dai bombardamenti delle Forze Armate dell’Ucraina. Nessun segnale, però, sui possibili nuovi attacchi che si sono invece concretizzati in maniera massiccia in serata. L’allarme aereo è risuonato a Kiev e in altre regioni ucraine, mentre venivano segnalati gli attacchi missilistici e i danni alle infrastrutture energetiche, ma anche agli edifici civili. A Kiev si è registrata una vittima, come riferito dal sindaco della capitale ucraina Vitali Klitschko.

A seguito degli attacchi si sono verificate situazioni critiche, in particolare a Leopoli e Kharkiv, per problemi alla rete elettrica. In totale, sono state almeno 7 milioni le persone rimaste senza elettricità a seguito degli attacchi, come riferito dal vice-capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Kirill Timoshenko, che ha anche riportato dell’abbattimento di oltre 70 missili dei circa 90 lanciati da Mosca. Zelensky ha invitato la popolazione a prendere riparo, ribadendo però che la Russia “non avrebbe ottenuto i propri obiettivi”.

Gli attacchi missilistici hanno causato problemi alla rete elettrica anche in Moldavia, ma l’episodio più grave è avvenuto sul territorio polacco a Przewodow, vicino al confine ucraino. L’intelligence statunitense, infatti, ha riferito che i missili russi indirizzati in Ucraina hanno colpito la Polonia, Paese membro della Nato, provocando due morti. Un portavoce del governo polacco non ha immediatamente confermato la notizia, ma ha riferito che il primo ministro Mateusz Morawiecki ha convocato una riunione urgente del Comitato del Consiglio dei ministri per la sicurezza nazionale e la difesa.(LaPresse)

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