Ucraina, Scholz: “Solo l’Europa unita può fermare Putin”

"Il ritorno dell’imperialismo in Europa fa parte della realtà".

Foto AP / Lisa Leutner in foto il cancelliere tedesco Olaf Scholz

ROMA – “Il ritorno dell’imperialismo in Europa fa parte della realtà. Molti avevano sperato che gli stretti legami economici e le reciproche dipendenze avrebbero garantito a un tempo stabilità e sicurezza. Nel frattempo è a tutti evidente che Putin con la sua guerra contro l’Ucraina ha distrutto questa speranza”. Lo ha scritto in un’intervento su La Stampa il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

“Dopo la svolta epocale costituita dall’attacco di Putin, nulla è più come prima Da questa svolta scaturisce un mandato operativo – per il nostro Paese, per l’Europa, per la comunità internazionale. Dobbiamo rendere la Germania più sicura e resiliente, l’Unione europea più sovrana e l’ordine internazionale a prova di futuro”, aggiunge.

“I 100 miliardi di euro che abbiamo stanziato come fondo speciale per la Bundeswehr fanno parte della nuova realtà. Sosteniamo l’Ucraina – finché ne avrà bisogno – economicamente, umanitariamente, finanziariamente e con la fornitura di armi. Allo stesso tempo, facciamo in modo che la Nato non diventi parte belligerante. Infine, ci affranchiamo dalla nostra dipendenza energetica dalla Russia. Questo percorso non è facile, neppure per un Paese così forte e benestante come il nostro. Avremo bisogno di un respiro lungo”, aggiunge ancora Scholz. “Non stiamo percorrendo da soli questo cammino. Siamo uniti nell’Unione europea, siamo integrati con la Nato in una forte alleanza militare. E agiamo partendo da solide convinzioni: per solidarietà con l’Ucraina, la cui esistenza è in pericolo, e per proteggere la nostra sicurezza. Se Putin riduce le forniture di gas, usa l’energia come arma anche contro di noi. Nemmeno l’Unione Sovietica lo faceva ai tempi della guerra fredda”, spiega.

“Se ora non resistiamo all’aggressione di Putin, lui potrebbe andare avanti. Lo abbiamo visto: l’invasione della Georgia nel 2008, poi l’annessione della Crimea nel 2014, l’attacco contro l’Ucraina orientale e infine, a febbraio di quest’anno, contro l’intero Paese. Consentire a Putin di farla franca, significherebbe permettere alla violenza di infrangere la legge quasi senza conseguenze. E la nostra libertà e la nostra sicurezza sarebbero a rischio”, conclude Scholz.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome