Guerra in Ucraina: spiraglio negoziati, ma la Russia intensifica i raid. Missili su una base vicino alla Polonia

Guerra Ucraina Foto AP / Felipe Dana

MILANO – La guerra in Ucraina si avvicina all’Unione europea, mentre la Russia intensifica gli attacchi ma sembra però aprirsi uno spiraglio di ottimismo sui negoziati. Una trentina di missili russi è piovuta sul Centro internazionale di peacekeeping di Yavoriv, a una ventina di chilometri dalla frontiera polacca. Almeno 35 i morti, 130 i feriti, secondo Kiev, nella base usata per l’addestramento dei combattenti provenienti dall’estero e per stoccare le armi in arrivo.

Prima del conflitto, la base era usata dalla Nato per addestramento, ma l’Alleanza ha precisato al momento non ospitava suoi membri. I media di Amsterdam invece hanno parlato di decine di olandesi feriti nel raid, dopo il quale Kiev è tornata a chiedere una no-fly zone. Il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyi, si è rivolta all’Ue: “La Russia è già ai vostri confini, domani i missili russi finiranno nell’Unione europea”.

Il portavoce del Pentagono John Kirby ha ribadito che non ci sarà no-fly zone: “Non avrebbe senso un’escalation tra due potenze nucleari”. Intanto, Mosca ha detto di aver ucciso fino a 180 “mercenari stranieri” nella base e distrutto “una grande quantità” di armi, promettendo di continuare ad attaccare gli stranieri arrivati per unirsi alle forze di Kiev. E, tra gli stranieri nel Paese, è stato ucciso il giornalista statunitense Brent Renaud, 51 anni, in passato collaboratore del New York Times: è stato colpito mentre filmava i profughi in fuga da Irpin, alle porte di Kiev, ha raccontato un reporter che era con lui, rimasto ferito.

Le persone uccise nella guerra, iniziata con l’invasione ordinata dal presidente russo Vladimir Putin il 24 febbraio, sono ormai migliaia, sia civili militari, mentre milioni sono fuggite dall’Ucraina (per l’Onu i morti confermati sono 596). La Russia ha incontrato una dura resistenza, sostenuta dalle armi fornite dai Paesi occidentali, ma ha fatto ricorso a tattiche come l’assedio e colpito obiettivi civili, come scuole e ospedali.

La situazione è “tragica” a Mariupol, accerchiata da giorni, dove mancano acqua, farmaci, cibo, ha denunciato il Comitato internazionale della croce rossa. Secondo il Consiglio comunale, i morti sono almeno 2.187, con 22 bombe sganciate in 24 ore e oltre 100 dall’inizio dell’attacco. “Il tempo si sta esaurendo” per le 400mila persone intrappolate, ha detto il Cicr chiedendo un cessate il fuoco e descrivendo “i corpi dei morti, civili e militari, sotto le macerie o che giacciono all’aperto”.

Per la procura generale di Kiev, inoltre, i bambini uccisi nel Paese sono almeno 85. Il presidente Volodymyr Zelensky, ricordando che i raid russi hanno impedito l’evacuazione dalle città tramite corridoi umanitari, ha detto che 125mila persone sono comunque state fatte uscire dalle zone di combattimento. Arrivano però segnali positivi sui colloqui tra Kiev e Mosca.

Per il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podoliak, nei prossimi giorni si “otterranno risultati concreti”, la Russia è diventata “più sensibile” alle posizioni ucraine. Simile la posizione di Mosca: sono stati fatti “progressi sostanziali”, ci si aspetta di trovare una “posizione comune”, ha detto il negoziatore Leonid Slutsky. Podoliak ha previsto che i nuovi colloqui possano svolgersi lunedì e martedì.

Frattanto, il presidente statunitense Joe Biden invia il consigliere alla Sicurezza nazionale Jake Sullivan e altri funzionari a Roma, dove domani (lunedì) incontreranno il funzionario del ministero degli Esteri cinese, Yang Jiechi, e Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico del premier Mario Draghi. Tra le preoccupazioni di Washington c’è il fatto che Pechino stia amplificando la disinformazione russa.

Molti altri obiettivi sono stati colpiti dalle forze russe. Tra questi l’aeroporto di Ivano-Frankivsk, a meno di 150 chilometri dalla Romania e 250 dall’Ungheria, membri Nato. Ancora, l’attacco a una scuola di Mykolaiv, dove varie persone potrebbero essere state sepolte dalle macerie. Prima, nella stessa località, le autorità hanno parlato di nove morti nei raid. Un raid ha colpito un monastero nella regione di Donetsk, luogo di rifugio di profughi, causando 32 feriti.

Al nord, a Chernihiv, un attacco aereo ha distrutto un condominio, causando una vittima. Attorno alla capitale, strategica per l’invasione, gli scontri si sono di nuovo intensificati. Per il governatore della regione, Oleksiy Kuleba, le forze russe stanno tentando di paralizzare la capitale, bombardando giorno e notte i sobborghi. Ma ha assicurato: “Noi siamo pronti a difendere Kiev”.(LaPresse/AP)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome