Ue, al via dibattito su regole fiscali. Gentiloni: “Ridurre il debito in modo realistico”

Foto AP / Francisco Seco, Pool In foto il commissario europeo all'economia Paolo Gentiloni

BRUXELLES – Si riapre il dibattito sulle regole fiscali europee. La fase emergenziale sta per passare e la Commissione europea vuole riprendere la discussione avviata nel febbraio 2020 e poi interrotta per il Covid, con lo scopo di essere pronti per il 2023 quando le regole del Patto di Stabilità torneranno in vigore. Nel frattempo “il contesto economico è notevolmente cambiato da quando le regole sono state stabilite per la prima volta”, rileva la Commissione.

In mezzo c’è stata una pandemia, un massiccio fiume di denaro immesso dalle politiche monetarie e da programmi come il Next Generation Eu e React-Ue, e l’accelerazione sulla transizione verde, che potrebbe portare a scindere gli investimenti nel verde dal computo della spesa pubblica. La cosiddetta ‘golden rule’ verde.

“La discussione di ora è diversa rispetto a quella del febbraio 2020, e questo non soltanto per la pandemia ma perché abbiamo accelerato la transizione climatica. Nel 2021 e 2022 avremo un buon livello di investimenti, il 3,5% del pil, ma cosa succederà dopo? Questo è ciò che dovremo affrontare in questo dibattito”, ha detto il commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni, nel suo intervento nella conferenza stampa sulla revisione della governance economica.

L’attenzione però è rivolta anche al debito, che deve scendere ma in modo graduale e sostenibile. “Le misure di sostegno al bilancio di tutti i paesi hanno portato a un aumento del debito. Servono misure efficaci. Sarà essenziale ridurre il debito pubblico per affrontare le future crisi, ma va fatto in modo intelligente, graduale e sostenibile, orientato alla crescita e promuovere investimenti pubblici di qualità per la transizione green e la crescita”, ha rimarcato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis.

Dello stesso avviso il suo collega Paolo Gentiloni, che ha fatto un intervento più mirato. “La riduzione del debito deve essere realistica e compatibile con una strategia di crescita sostenibile. Per ridurre il debito e preservare la crescita in paesi che, come l’Italia, hanno un debito molto alto, io credo che si tratti di trovare un equilibrio, alla cui base c’è la scommessa sul mantenimento dei livelli significativi di crescita, perché senza questi livelli il rientro dal debito è molto difficile – ha detto -. Questi livelli significativi di crescita possono essere agevolati da un buon uso delle risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza, che in alcuni dei paesi ad alto debito come l’Italia, saranno risorse molto ingenti”.

Si può dunque rivedere la tempistica del rientro del debito, quella che prevede una riduzione di un ventesimo l’anno del divario tra il livello del debito e il tetto del 60%, ma attenzione a non sottovalutare l’impatto del debito stesso. “Il fatto che si possa intervenire sui meccanismi che determinano il ritmo della riduzione del debito, non significa che, soprattutto per i paesi ad alto debito, che il tema di appesantire la finanza pubblica possa essere dimenticato. Conservare la crescita, evitare un appesantimento permanente della spesa pubblica e lavorare sulle regole per rendere la riduzione del debito compatibile con la realtà”, ha spiegato l’ex premier italiano.

Un altro grande ruolo lo svolgeranno gli investimenti, che non devono mancare come nelle scorse crisi. “Stimiamo che il fabbisogno aggiuntivo di investimenti pubblici e privati legati alle transizioni verde e digitale sarà di quasi 650 miliardi di euro all’anno fino al 2030. Gran parte degli investimenti di trasformazione di cui abbiamo bisogno devono provenire dal settore privato, ma anche i governi nazionali avranno un ruolo chiave da svolgere”, ha illustrato Gentiloni.

Al momento, tuttavia, si tratta solo del lancio della consultazione pubblica. La Commissione renderà pubblici i suoi orientamenti già nel primo trimestre 2022. Il dibattito si svolgerà attraverso vari forum, tra cui incontri dedicati, workshop e un sondaggio. I cittadini, le organizzazioni e le autorità pubbliche sono invitati a presentare i propri contributi entro il 31 dicembre.

L’obiettivo è raggiungere un “consenso ampio” sul futuro del quadro di governance economica dell’Ue, come ha auspicato la presidente von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione. Un dibattito che terrà banco nei prossimi mesi e che dovrà aspettare la formazione del nuovo governo tedesco. Una discussione che, spera Gentiloni, sia “aperta, con molti contributi e senza tabù”. (LaPresse)

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