Ue, Orlando: “Coinvolgere i protagonisti dell’economia sociale in scelte collettive”

“Quest’anno, l’Italia presiede il Comitato di monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo e questo è per me motivo di particolare impegno e orgoglio".

ROMA – “Quest’anno, l’Italia presiede il Comitato di monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo e questo è per me motivo di particolare impegno e orgoglio. Intendiamo promuovere una serie di priorità ed azioni, facendo del Comitato stesso un foro ideale per dare sostegno e slancio programmatico all’economia sociale e al Piano d’Azione anche in vista della proposta di Raccomandazione del Consiglio, attesa per il 2023″. Lo ha detto in qualità di Presidente del Comitato di Monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, nel suo intervento da remoto alla prima conferenza ministeriale informale sull’Economia sociale in corso a Parigi. “Nelle prossime settimane sarà mia cura condividere con voi una nota di dettaglio sulle priorità della Presidenza italiana – continua- Innanzitutto intendiamo invitare alla discussione su un tema aperto: il coinvolgimento dei protagonisti dell’economia sociale, cresciuta per peso e per ruolo, nelle scelte collettive. Si tratta di un tema centrale per molti aspetti: a partire dagli appalti pubblici, ma anche per la sensibilizzazione all’economia sociale e i finanziamenti. Includere l’economia sociale tra coloro che contribuiscono a formare le decisioni è un salto importante in questa direzione”.

“Attraverso una clausola sociale negli appalti pubblici si disegna una nuova via nei rapporti fra enti pubblici e protagonisti dell’economia sociale. L’Italia, nel 2017, con l’emanazione di un Codice specificamente dedicato all’economia sociale, ha introdotto il coinvolgimento da parte degli enti pubblici dei soggetti del terzo settore attraverso la coprogrammazione e la coprogettazione degli interventi e dei servizi. Si tratta di un modello innovativo attraverso il quale i bisogni e le competenze possono trovare un prezioso ed efficace punto di equilibrio perché l’economia sociale non è solo motore inclusivo ma anche grande patrimonio di competenze e di capacità di innovazione, oltre ad essere un possibile antidoto ai costi sociali determinati dalle logiche di affidamento dei servizi e delle opere basate solo sui costi e sul massimo ribasso. Il tema del coinvolgimento attivo è cruciale anche per usare al meglio le risorse del bilancio dell’Unione. Ritengo che il modello del coinvolgimento attivo previsto per gli appalti potrebbe diventare anche coinvolgimento attivo nella fase di programmazione finanziaria e così facilitare l’utilizzo al meglio delle risorse dell’Unione. Un’attenzione particolare dedicheremo alle potenzialità e capacità di trasformazione economica e sociale delle organizzazioni dell’economia sociale nelle transizioni verde e digitale. Ci concentreremo sulle azioni a sostegno delle città, dei piccoli centri e delle aree rurali. Promuoveremo inoltre una riflessione sull’opportunità di incoraggiare una rete di laboratori e osservatori attivi sul territorio, come strumento per la maturazione di reti a livello europeo e transnazionale. Sono queste le proposte di un programma impegnativo che vorremmo concludere a ottobre con una riunione ministeriale a Bologna, città che ha un ruolo importante nella storia dell’economia sociale italiana. Su questi temi, sui quali lo stesso Piano d’Azione ci incoraggia ad agire, sta a noi trovare lo spirito per spingere nella direzione di quell’Unione delle persone che è il modello che dobbiamo sempre avere nella mente e nel cuore. E questo mi consente di sottolineare come sia importante che questo nostro lavoro trovi un riflesso strutturale anche nelle scelte economiche e sociali dell’Unione”.

LaPresse

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