Ue, Sassoli: “Valori, democrazia e stato di diritto non negoziabili”

"L'esperienza della democrazia implica la pratica continua del dialogo. Lo abbiamo fatto molte volte e io sono convinto che abbiamo le capacità e le risorse per uscire da questa crisi, per ritrovare la strada dell'unità".

BRUXELLES – “L’esperienza della democrazia implica la pratica continua del dialogo. Lo abbiamo fatto molte volte e io sono convinto che abbiamo le capacità e le risorse per uscire da questa crisi, per ritrovare la strada dell’unità. Ma dobbiamo essere molto chiari: Sebbene la nostra unità sia giustamente rafforzata dalla nostra diversità, vi è una parte non negoziabile del nostro contratto europeo: i nostri valori di democrazia, libertà, Stato di diritto. Questi valori fanno parte del progetto europeo, tutti noi abbiamo scelto di onorarli aderendo all’Unione europea. Il Parlamento europeo sarà molto fermo su questo punto e pronto ad agire per garantirne il rispetto nel quadro delle sue prerogative”. Così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nel suo intervento per l’apertura del Consiglio europeo, distribuito ai capi di Stato e di governo. “Vorrei concludere affrontando il tema, al centro della vostra discussione, di una politica europea di immigrazione e asilo. Sappiamo bene quanto sia complessa questa discussione tra noi, però credo spetti proprio all’Unione europea un salto di responsabilità e coraggio. La nostra incapacità di decidere su una politica comune mostra ai nostri avversari tutta la nostra debolezza. Di fronte a chi usa i migranti come arma ibrida, non è un segnale di forza pensare di costruire un muro alle frontiere esterne. Davanti alla tragedia afghana e alla sfida geopolitica che si apre in quel teatro del mondo, non è un segno di forza scaricare tutta la responsabilità dell’accoglienza sui Paesi della regione, senza assumersene almeno una parte, come una grande potenza dovrebbe fare. Gestire i movimenti migratori con unità, in modo controllato e ordinato, in cooperazione con i nostri partner, sarebbe invece un segno della nostra forza e della nostra capacità politica. Il patto sulla migrazione e l’asilo è lo strumento che dobbiamo usare per essere uniti e più forti”.

LaPresse

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