Ue, von der Leyen: “Rispettare il patto di stabilità, ma non all’approccio emotivo”

Le parole del nuovo presidente della Commissione Europea

German former Defence Minister and newly-appointed EU commission Ursula von der Leyen delivers a speech during her statement for her candidacy for President of the Commission at the European Parliament on July 16, 2019 in Strasbourg, eastern France. (Photo by FREDERICK FLORIN / AFP)

MILANO – “Le regole del patto di crescita e stabilità ci sono per un buon motivo, e devono essere rispettate, ma all’interno del sistema di regole ci sono margini per una maggiore flessibilità e possono essere sfruttati meglio per consentire più investimenti. Questo è uno dei passi da fare insieme. Ancora una volta: evitiamo di avere un approccio troppo emotivo sul tema”. Così la neo presidente della commissione Europea Ursula von der Leyen in un colloquio con La Stampa a proposito di cosa deve aspettarsi l’Italia sui criteri di stabilità. E sulla possibilità che la Lega proponga un commissario con un’idea di Europa diversa dalla sua, risponde: “In linea di principio è diritto di ciascuno Stato membro proporre i suoi Commissari. Ed è diritto del Presidente chiedere altri nomi qualora se ne ravvisino delle buone ragioni. Per iniziare bene è importante che io non dia delle condizioni. L’unica cosa che vedo essenziale è che nella composizione del collegio ci siano tante donne quanti sono gli uomini”.

Sulla questione migranti che “ci accompagnerà per decenni”, von der Leyen riflette: “i. Possiamo solo progredire sulla base di un concetto maturo e sostenibile. Inizia in Africa: è lì che dobbiamo investire con grande forza. Poi dobbiamo continuare con la lotta contro il crimine organizzato, cioè i contrabbandieri e gli scafisti. Va da sé che le persone in mare debbano essere salvate, ma questo non significa che debbano arrivare automaticamente in Europa. Abbiamo bisogno di frontiere esterne sicure e di una comprensione comune del sistema di asilo di Dublino, in modo che Schengen funzioni, in modo che le frontiere interne possano rimanere aperte”.

(LaPresse)

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