Un nuovo ospedale tra Capua e S. Maria C.V., bocciato il recupero del Melorio e del Palasciano

La nuova struttura dovrebbe sorgere nella zona della variante Anas al confine con S. Angelo in Formis. Due terzi del terreno dove costruire è di proprietà della città del Foro, la restante parte dovrà garantirla Capua: proverà ad ottenerla dalla Curia

CAPUA – Strutture ormai fatiscenti e non più in grado di soddisfare i requisiti per ospitare degli ospedali all’avanguardia: il Palasciano, che sorge sul territorio capuano, e il Melorio, nosocomio sammaritano, appaiono ‘superati’. E questa considerazione, a quanto pare, ha spinto i vertici dell’Azienda sanitaria locale a ritenere infruttuoso e complicato investire denaro per riqualificarli e dare loro un nuovo impulso funzionale. Cosa fare? Il Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta non può da solo rispondere alle esigenze della popolazione che si snoda intorno all’Appia. Quell’ospedale è al collasso ed è sacrosanto, quindi, attivare un nuovo presidio. E per farlo c’è in ballo un progetto, ambizioso, che vede protagonisti il Municipio di Capua e quello di S. Maria Capua Vetere. Questi due Enti sarebbero intenzionati a realizzare un nuovo ospedale nei pressi della variante Anas Capua – Maddaloni. Ad ospitare la futura struttura dovrebbe essere un terreno poco distante da Sant’Angelo in Formis, situato in prossimità a dove dovrebbe passare, in un futuro più o meno prossimo, il prolungamento della variante Anas (in modo che abbia il suo reale inizio a Capua e non a S. Maria C.V. – proprio come prevedeva il progetto iniziale). I due Comuni si preoccuperanno di garantire il terreno e l’Asl di Caserta, stando alle informazioni che abbiamo raccolto, penserà al progetto e ai soldi. Lo slargo dove dovrebbe sorgere la potenziale struttura si trova in un’area della Città del Foro e il Comune, ora guidato dal sindaco Antonio Mirra, ne è proprietario di circa due terzi. La parte restante è dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero capuano. E l’Ente locale, diretto da Adolfo Villani (nella foto), si sta impegnando per ottenere dalla curia questa area.

Sia chiaro: è ancora un progetto in nuce. E quindi è suscettibile di variazioni e, soprattutto, ci vorranno diverse settimane per capire se si porranno solide basi o meno per provare a realizzare il nuovo presidio. Per ora emerge solo una tensione chiara di Asl e Comuni a voler cementificare: sono propensi ad investire nella costruzione ex novo di un presidio e non a preoccuparsi di rigenerare immobili già presenti.

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