Uomo degli Elia va in ospedale e muore

Uomo degli Elia va in ospedale e muore
Uomo degli Elia va in ospedale e muore

NAPOLI – Ha male allo stomaco e si reca in ospedale, gli dicono che è tutto nella norma, poi fuma una sigaretta all’esterno del presidio e rientra al Pronto soccorso dicendo di non sentirsi bene. Infine, l’imponderabile: un arresto cardiaco lo stronca nel giro di pochi minuti. E’ morto così Vittorio Parziale, 29enne del Pallonetto, marito e da poco anche padre, in passato condannato a sette anni nell’ambito di un procedimento contro il clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia, quartiere in cui viveva.

La tragedia venerdì sera. Le 19 sono trascorse da venti minuti quando Vittorio arriva al Pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini nella Pignasecca. Ai medici dice di avere dolore allo stomaco, nella parte superiore dell’addome. Accusa un’epigastralgia, per usare il termine tecnico. 

Al 29enne viene subito fatto un elettrocardiogramma. Sono le 19,24. Espletati tutti gli esami del caso, il giovane dice che vuole andar via, vuole tornare a casa, ma gli operatori sanitari non glielo consentono. E’ ancora troppo presto per lasciare l’ospedale. Quindi chiede se, almeno, è possibile uscire per pochi minuti dal presidio sanitario per fumare una sigaretta. Era stabile, almeno ancora per poco. Finisce le boccate e si precipita di nuovo all’interno del Pronto soccorso, riferendo di non sentirsi bene. E’ in quel momento che va in arresto cardiaco. I medici iniziano subito le manovre salvavita e lo intubano. Purtroppo, i tentativi risultano vani. Parziale muore sotto gli occhi dei parenti. 

E al Pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini si scatena il solito inferno. I familiari sono infuriati. La situazione diventa così incandescente da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Allertati dalla centrale operativa, sul posto vengono fatte convergere le squadre dell’Ufficio prevenzione generale e del commissariato Montecalvario.

Giunti sul posto, i poliziotti sono avvicinati da numerose persone e un uomo colpisce con dei pugni il cofano anteriore dell’auto di servizio minacciando  gli operatori ma viene bloccato. Poco dopo, anche il padre inveisce contro di loro rifiutandosi di fornire le proprie generalità fino a quando, anch’egli, viene fermato. I due, un 53enne e un 31enne napoletani con precedenti di polizia, rimediano una denuncia per minacce e violenza a pubblico ufficiale. Il 31enne viene anche deferito per danneggiamento aggravato, mentre il padre anche per rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Un mix di elementi esplosivi: un 29enne – che in passato ha frequentato gli ambienti della camorra – morto in circostanze sospette e la famiglia che reagisce con violenza. Scene già viste troppe volte negli ospedali di Napoli e, soprattutto, al Vecchio Pellegrini, che negli ultimi anni ha subito danneggiamenti e aggressioni da parte di parenti di persone, specie in odore di camorra, che hanno sfogato la rabbia su operatori sanitari, forze dell’ordine e sulla struttura, più volte sfasciata. 

“La famiglia vuole giustizia”

“Vittorio è stato visitato e successivamente gli è stato chiesto di attendere. Poi, mentre tornava indietro, è avvenuta questa tragica fatalità. La famiglia è distrutta e desidera ottenere giustizia per il loro caro defunto”. E’ quanto fa sapere l’avvocato Amedeo Di Pietro, che assiste la famiglia di Vittorio Parziale insieme al collega Giovanni Fusco. Dopo il decesso del 29enne del Pallonetto, il pubblico ministero di turno ha disposto il sequestro della sua cartella clinica. La salma del giovane è stata anch’essa posta sotto sequestro, in attesa dell’esecuzione dell’autopsia, che potrà fornire importanti informazioni sulle cause del suo improvviso decesso. 

Una morte avvolta nel mistero. Un ‘giallo’ sul quale sono già al lavoro i pm della Procura. 

Il 29enne è stato dimesso dopo che i medici gli hanno diagnosticato una cattiva digestione. Poi ha avvertito dolori nella parte superiore dello stomaco, quasi all’altezza dello sterno. Un segnale che, secondo gli avvocati e secondo la famiglia di Vittorio, non poteva essere sottovalutato. Il 29enne aveva dei trascorsi nelle file del clan Elia del Pallonetto. Fu arrestato in un maxi blitz e successivamente condannato a sette anni. 

Insieme a lui finirono in manette e rimediarono sentenze i boss della cosca di Santa Lucia, che secondo l’accusa gestivano lo spaccio nel quartiere. Ma pare che Vittorio, scontate le sue colpe e i suoi errori, avesse cambiato vita, come sostengono anche i familiari, soprattutto dopo un evento che la vita gliel’ha cambiata: la nascita di un figlio. Vittorio lavorava in un supermercato del quartiere. Era tutto casa e lavoro. La famiglia al primo posto delle sue giornate. Rigava dritto, insomma, e si era allontanato dagli ambienti malavitosi. Venerdì pomeriggio si è sentito male, aveva dolori allo stomaco. Poi si è recato al Pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini insieme a un amico. Quindi la tragedia, che ha generato un’onda di sgomento e ha portato all’apertura di un’inchiesta per determinare le cause della sua morte improvvisa. 

“Il nostro gigante dal cuore puro”

Era un figlio dei vicoli, Vittorio Parziale, e come tanti figli dei vicoli, per un periodo della sua vita, aveva preso una strada sbagliata, quella della malavita, che nella zona in cui è nato e cresciuto, il Pallonetto, fa rima con clan Elia. Ma dopo essere stato coinvolto in un’inchiesta, il giovane era tornato sui binari giusti, quelli del lavoro onesto. Cugino dell’omonimo ras del Rione Salicelle di Afragola, Vittorio Parziale viene descritto dai parenti come un uomo educato, un “gigante buono”, dedito alla famiglia e al lavoro. “Non avrei mai immaginato di doverti dire addio – il dolore di un parente, che usa i social per esternare il suo stato d’animo – Ieri pomeriggio mi hai detto che andavi a vedere questo maledetto dolore all’ospedale. Mi avevi detto ‘ci sentiamo dopo’, ma non è andata così. Mi hai lasciato solo e voglio dirti che mi manchi terribilmente. Vorrei tornare indietro per ritrovare di nuovo il tuo abbraccio e dirti ancora una volta quanto sei stato importante per me e per la nostra famiglia che tu avevi creato con un bellissimo figlio di appena 5 mesi. La vita è stata ingiusta con te, ti porterò per sempre nel mio cuore e cercherò di parlare sempre di te. Ciao gigante buono”

“E ora chi mi manda il buongiorno e la buonanotte tutti i giorni? – si chiede, disperata, una parente – Chi mi viene a trovare all’improvviso e mi abbraccia forte come facevi tu? Porterò sempre un pezzo di te nel mio cuore e nella mia vita. Quanto dolore ci hai dato. Mi dicevi sempre che la tua mamma non poteva vedere che eri cambiato e m dicevi che non le avevi potuto dare questa gioia. ‘Ma la do a te, sono cambiato, ho una famiglia e adesso sono felice’. Sono sempre stata orgogliosa del grande Uomo e papà che sei diventato. Soffrivi la mancanza di tua mamma e il dolore più grande è stato quello di averla persa, quando tu non c’eri. Ora sei con lei per sempre, proteggimi, proteggi me e la sua famiglia, tua moglie e il tuo bambolotto. Il gigante dal cuore puro, che Dio ti abbia già nelle sue braccia”.

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