Usa, Trump impone a giudici quote espulsioni migranti: 700 all’anno

Milano, 3 apr. (LaPresse) – L’amministrazione Trump imporrà ai giudici Usa un sistema di quote affinché analizzino più rapidamente i casi di immigrazione, stabilendo di fatto che debbano risolvere almeno 700 casi all’anno per ottenere una valutazione “soddisfacente” nelle revisioni annuali delle performance. A riportarlo sono diversi giornali americani, fra cui Wall Street Journal e Washington Post, spiegando che il dipartimento della Giustizia ha notificato ai giudici per l’immigrazione le nuove modalità di valutazione, in un memo inviato venerdì. I sindacati hanno definito la mossa “senza precedenti”, sostenendo che rischia di minare l’indipendenza della magistratura.

Alcuni immigrati a rischio rimpatrio, ricorda il Washington Post, aspettano mesi prima che venga fissata una data in tribunale per affrontare il loro caso, ma solitamente viene consentito loro di lavorare negli Usa per sostenersi durante quel periodo, cosa criticata da alcuni come incentivo all’immigrazione illegale. E pare sia proprio questo che il ministro della Giustizia Jeff Sessions intende evitare, cioè che la mole di lavoro arretrato dei giudici consenta alle persone che dovrebbero essere espulse di continuare a rimanere negli Usa.

Stando a una copia delle linee guida della proposta del sistema di quote, il metodo dovrebbe garantire che “i casi siano completati in tempo e in modo efficiente ed efficace”. Verrebbero inoltre fissati altri standard di riferimento, penalizzando per esempio i giudici che rimandano oltre il 15% dei casi a Corti di livello superiore o che calendarizzano udienze a troppa distanza. Secondo i dati forniti dal portavoce del dipartimento della Giustizia Devin O’Malley, riporta sempre il Washington Post, i giudici per l’immigrazione completano in media 678 casi all’anno, ma alcuni riescono a risolverne oltre mille.

La notizia giunge dopo che negli ultimi giorni il presidente Usa, Donald Trump, ha rilanciato la questione immigrazione con una serie di tweet furiosi. Trump avrebbe voluto un accordo con il Congresso che garantisse il finanziamento della costruzione del muro con il Messico in cambio della regolarizzazione dei circa 700mila dreamers, cioè i giovani beneficiari del programma Daca voluto da Obama, che il capo di Stato repubblicano ha promesso di smantellare. Ma l’accordo non è stato raggiunto, cosa della quale Trump accusa i democratici. “Basta Daca”, ha affermato nel fine settimana, minacciando il Messico di prendere di mira il Nafta, cioè l’accordo di libero scambio North American Free Trade Agreement, se il Paese vicino non si impegnerà per la costruzione del muro alla frontiera fra Usa e Messico.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome