Vaccini, la Francia sospende 3mila operatori sanitari. In Austria stop sussidi a chi rifiuta il posto per l’obbligo

Vaccini ancora al centro del dibattito in Europa. In Francia 3mila operatori sanitari, su un totale di circa 2,7 milioni di dipendenti, sono stati sospesi dal lavoro e decine di altri si sono dimesse, dopo l'entrata in vigore dell'obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 nei loro confronti.

(AP Photo/Daniel Cole)

TORINO – Vaccini ancora al centro del dibattito in Europa. In Francia 3mila operatori sanitari, su un totale di circa 2,7 milioni di dipendenti, sono stati sospesi dal lavoro e decine di altri si sono dimesse, dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 nei loro confronti. Il ministro della Salute, Olivier Véran, precisa che “un grande numero” di queste sospensioni è temporaneo e che i servizi sanitari funzionano senza problemi. In molti, avrebbero infatti deciso di farsi vaccinare visto che “l’obbligo è diventato realtà”. La scadenza per ricevere almeno una dose di siero era mercoledì 15 settembre: secondo la norma, chi non rispetta l’obbligo non viene licenziato, ma non può lavorare e resta senza paga. Il ministro, rivendicando poi la mossa dell’esecutivo Macron, sottolinea che “i dati sulla copertura vaccinale negli ospedali e nelle case di cura per anziani sono molto più alti di quanto sarebbero stati senza la vaccinazione obbligatoria”.

Linea dura anche in Austria, dove saranno bloccati i sussidi di disoccupazione a coloro che rifiutano un impiego perché prevede la vaccinazione. Secondo quanto riferito dal quotidiano Der Standard, l’ordine arriva dal ministro del Lavoro austriaco, Martin Kocher, al servizio per l’impiego pubblico Arbeitsmaktservice. Già la scorsa settimana il cancelliere, Sebastian Kurz, aveva annunciato una stretta contro i non-vaccinati rendendo ad esempio obbligatorio l’uso della mascherina Ffp2 nei negozi di beni non essenziali (rimangono obbligatorie per tutti nei supermercati e sui mezzi di trasporto).

Mentre in tutto il mondo proseguono le campagne vaccinali, la Gran Bretagna ha iniziato a somministrare le terze dosi alle persone di età superiore ai 50 anni e a quelle dai 16 ai 49 anni con condizioni mediche pregresse. I primi a ricevere il ‘booster’ sono stati gli operatori sanitari. Il segretario alla Salute, Sajid Javid, ringrazia “gli sforzi fenomenali del servizio sanitario nazionale che continua a lavorare instancabilmente per aiutarci a combattere il Covid-19 e a proteggere i più vulnerabili”, esortando “tutti coloro che sono idonei a ricevere la terza dose quando sarà il loro turno per prolungare la protezione che il vaccino offre alle persone più a rischio mentre ci avviciniamo ai mesi invernali”. Buone notizie arrivano dalla Cina che annuncia di avere immunizzato con due dosi oltre un miliardo di persone. Si tratta del 71% della popolazione, stando ai dati della Commissione sanitaria nazionale. “A partire dal 15 settembre, sono state somministrate 2,16 miliardi di dosi di vaccino a livello nazionale”, precisa il portavoce della Commissione Mi Feng in una conferenza stampa.

A guardare al futuro è la Commissione europea che ha lanciato l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) per prevenire, rilevare e rispondere rapidamente alle emergenze sanitarie. L’obiettivo è anticipare le minacce e le potenziali crisi sanitarie, attraverso la raccolta di informazioni e la costruzione delle necessarie capacità di risposta. Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie e l’Agenzia europea per i medicinali “sanno gestire quello che già esiste e lo sanno fare bene, con Hera aggiungiamo un altro tassello per suonare un campanello di allarme prima che le minacce si verifichino”, riassume il il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome