NAPOLI – Dall’America importiamo il peggio, soprattutto in termini ambientali. Nel corso degli anni, con la globalizzazione sempre più imperante, abbiamo assimilato usi, tradizioni e anche festività che fino al secolo scorso erano prerogativa esclusiva degli States. Halloween ormai da molti anni viene festeggiata dai bimbi che vivono da Nord a Sud dello Stivale. E proprio come la notte dei mostri anche un’altra ‘tradizione’ è entrata più recentemente a pieno titolo nel calendario del Belpaese: si tratta del Black Friday, giornata di sconti che cade il venerdì successivo al giorno del ringraziamento che negli Stati Uniti d’America, che si celebra il quarto giovedì di novembre. Dal 1952 è considerato l’inizio della stagione dello shopping natalizio nel Paese. Ma come già anticipato prima da qualche anno la tradizione è stata importata anche nel nostro Paese, infatti tutti i negozi espongono offerte più o meno vantaggiose sulla loro merce. Oggi, quindi, inizia ufficialmente la stagione dello shopping natalizio. Ma che impatto hanno tutte queste offerte sul nostro pianeta?
ACCUMULARE IL SUPERFLUO
La logica ambientalista impone l’abbandono del superfluo e il no categorico all’accumulo. L’etica green è infatti attenta ai materiali e vieta gli acquisti compulsivi. Così saldi e offerte speciali sono del tutto contrari allo spirito ambientalista. Comprare con le offerte spesso ci induce ad acquistare cose che non useremo mai, destinate a finire nella pattumiera senza essere mai state adoperate. Le offerte e i saldi inoltre favoriscono la fast fashion: acquistare tanto a poco prezzo, e dopo una stagione al massimo gettare via e acquistare ancora, invece di prendersi cura, riparare e far durare. I materiali non sono dei migliori, principalmente sintetici e derivati dal petrolio, la cui produzione avviene su larga scala con costi ambientali drammatici. Per questa ragione sarebbe meglio fare acquisti più ragionati, concentrandosi sulla qualità.
EMISSIONI
Il Black Friday si ‘consuma’ principalmente sugli e-commerce. Per effettuare un ordine online basta un semplice click. Ma dietro questa semplice operazione ci sono conseguenze drammatiche per la Terra. Comprare online significa produrre emissioni importanti, in quanto il trasporto delle merci in Italia avviene principalmente su gomma, e anche i corrieri che consegnano a domicilio i pacchi viaggiano su 4 ruote. Insomma smog e polveri sottili che avveleneranno gli ecosistemi.
SCATOLE E PLASTICA
Altro dettaglio per nulla trascurabile è dato dall’impronta inquinante del materiale utilizzato per il confezionamento dei prodotti. Tonnellate e tonnellate di carta, cartone e plastica finiscono nel ciclo della spazzatura dopo aver semplicemente custodito la merce durante il viaggio verso la nostra abitazione. Uno spreco che pagherà il nostro pianeta già malconcio.
IL GREEN FRIDAY
E’ necessario un cambio di guardia, che non può basarsi solo sulle scelte dei singoli ma deve vedere coinvolte anche le aziende produttrici. Contro la giornata delle spese pazze del venerdì nero da tre anni viene organizzata un’alternativa ecosostenibile. E’ nato nel 2018 il Green Friday, una soluzione amica dell’ambiente. Alcune aziende hanno deciso di dire no agli sconti selvaggi del Black Friday rifiutando di aderire alla logica del consumismo sfrenato. L’idea di base è sensibilizzare le persone ad acquistare in modo ragionato, e non in modo compulsivo, facendo anche attenzione alla provenienza e all’impatto che il prodotto ha sulla Terra, in termini di emissioni ma anche di smaltimento del rifiuto. Le aziende che partecipano decidono di non proporre sconti o promozioni ai propri clienti nella giornata del venerdì nero, e donano una parte del loro fatturato della giornata ad un’associazione a propria scelta cercando di promuovere un consumo responsabile e attento al pianeta. Questa iniziativa sta raccogliendo ogni anno sempre più adesioni, soprattutto in Europa.