Venezuela, Guaidò: “Il Papa ci aiuti per la fine dell’usurpazione. Felice di riceverlo”

"Faccio un appello affinché tutti quelli che possono aiutarci, come il Santo Padre, come il resto della Diplomazia, possano collaborare per la fine dell’usurpazione"

TOPSHOT - Venezuela's National Assembly head Juan Guaido declares himself the country's "acting president" during a mass opposition rally against leader Nicolas Maduro, on the anniversary of a 1958 uprising that overthrew military dictatorship in Caracas on January 23, 2019. - Moments earlier, the loyalist-dominated Supreme Court ordered a criminal investigation of the opposition-controlled legislature. "I swear to formally assume the national executive powers as acting president of Venezuela to end the usurpation, (install) a transitional government and hold free elections," said Guaido as thousands of supporters cheered. (Photo by Federico PARRA / AFP)

ROMA (LaPresse) – Venezuela, Guaidò: “Il Papa ci aiuti per la fine dell’usurpazione. Felice di riceverlo”. “Faccio un appello affinché tutti quelli che possono aiutarci, come il Santo Padre, come il resto della Diplomazia, possano collaborare per la fine dell’usurpazione, per un governo di transizione, e a portare a elezioni veramente libere in Venezuela, al più presto. Sarei felice di ricevere il Papa nel nostro Paese, un Paese molto cattolico, molto devoto, di grande tradizione religiosa”. Così a Sky TG24 il presidente autoproclamato del Venezuela Juan Guaidò, in un’intervista esclusiva al corrispondente da Caracas, che sarà trasmessa integralmente nell’edizione delle 13. Nei giorni scorsi, sempre ai microfoni di Sky TG24, anche Nicolas Maduro aveva richiesto la mediazione del Pontefice.

“La cosa drammatica in questo momento in Venezuela – ha spiegato Guaidò – è che lo spargimento di sangue è in corso. Dopo il 23 Gennaio, dove abbiamo avuto una manifestazione senza precedenti nel nostro Paese, in 53 città del Venezuela, milioni di persone nelle strade: quando le persone stavano ritornando a casa, dei gruppi paramilitari armati, denominati collettivi, o gruppi del Faes, che sono una unità delle forze armate, hanno assassinato a sangue freddo molti di questi ragazzi per cercare di intimidirci, di farci paura, così che questo spargimento di sangue è responsabilità di chi usurpa il Palazzo Presidenziale”.

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