La Commissione europea boccia l’Italia: Pil in discesa

L'Ue: "Una recessione prolungata sulla quale pesa soprattutto l’incertezza delle politiche sulle condizioni di finanziamento del settore privato"

(Photo by FREDERICK FLORIN / AFP)

BRUXELLES – Tensioni internazionali ma soprattutto scelte governative discutibili e nessun impulso all’economia nazionale. Potrebbero essere queste le motivazioni. Altro che recessione tecnica. Dalla Commissione europea non arrivano segnali confortanti circa la crescita della ricchezza che si attesterà, secondo le previsioni, non oltre lo 0,2%.

Le motivazioni secondo la Commissione europea di un aumento ridotto del Pil

Una vera e propria bocciatura economica da parte di Bruxelles dalla quale sembra chiaro ci vorrà del tempo per tempo per invertire la rotta e ripartire: “Una recessione prolungata – hanno fatto sapere – sulla quale pesa soprattutto l’incertezza delle politiche sulle condizioni di finanziamento del settore privato. L’attività economica – hanno proseguito dalla Commissione europea – rimarrà probabilmente anemica nella prima metà del 2019 dove le prospettive di crescita sono soggette a un’elevata incertezza”.

Problemi nel settore privato, dunque, che potrebbero però estendersi pericolosamente.

I dati

In un quadro dunque tutt’altro che confortante, il risultato è un aumento del prodotto interno lordo di appena lo 0,2% nel 2019, un punto percentuale in meno rispetto alle attese e a quanto previsto lo scorso novembre.

In Europa, a quanto pare, nessuno peggio di così, nessuno al di sotto della soglia dell’1,3 prevista dalla Commissione dove c’è comunque stato un taglio pari allo 0,6%. Difficile a questo punto capire come il governo centrale potrà muoversi per arginare questo andamento negativo. Le misure programmate e quelle già messe in atto a livello nazionale non sono evidentemente la risposta giusta ai problemi ma intanto la ripresa dei consumi dovrebbe consentire una ripresa del Pil.

La Commissione ha tuttavia precisato che per arrivare ad un risultato significativo sarà determinante il calo dei prezzi del petrolio e, solo marginalmente, l’introduzione del sistema di reddito di cittadinanza. Da Bruxelles, infine, un’ammonizione ulteriore al governo gialloverde che viene tacciato di essere responsabile di un “peggioramento delle prospettive occupazionali”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome