CARACAS – Elezioni libere giuste e trasparenti per il Venezuela. E’ questa la richiesta giunta in coro (o quasi) dai leader dell’Unione Europea per risolvere la crisi che attraversa il paese sudamericano. Otto giorni il lasso di tempo concesso prima di riconoscere Juan Guaidò presidente.
Il capo del Parlamento venezuelano, mercoledì, ha assunto i poteri di presidente ad interim. Un’azione contraria al regime di Nicolas Maduro che ha generato violenti scontri in piazza: nelle ultime 48 ore il bilancio è di 26 morti e di oltre 300 feriti.
Madrid, Berlino e Parigi sulla stessa linea di pensiero, Roma ‘tace’
Spagna, Germania e Francia sono pronte a riconoscere Guaidò come presidente nel caso in cui non vengano indette elezioni nei prossimi giorni. Una linea di pensiero chiara quella dei leader dell’Unione europea, il tutto mentre Stati Uniti e Canada hanno già ufficializzato il proprio supporto al presidente del Parlamento. Otto giorni il termine fissato da Berlino, a cui fanno eco le parole affidate a Twitter da Macron: “Senza un annuncio di elezioni entro otto giorni, potremo riconoscere Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela per sviluppare questo processo politico”. Dall’Italia intanto tutto tace e la posizione di Roma sembra tutt’altro che chiara.
Russia e Cina non vogliono interferenze
Se l’Unione europea e il Nord America si schierano con Guaidò, Russia e Cina non vogliono interferenze negli affari di Caracas. I due colossi da sempre sostengono il regime di Maduro in Venezuela per affari economici. Ed è trapelata la notizia che la società privata russa Wagner abbia inviato mercenari per reprimere la ribellione. Alle 15, per la grave crisi politica in Venezuela, si riunirà una seduta straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite richiesta dagli Usa, e al quale parteciperanno anche il segretario di Stato Mike Pompeo e il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza.