Ventenni morti nell’incidente a Fuorigrotta: “Mancano i controlli in strada, mattanza destinata a non finire”

Il luogo dell'incidente

NAPOLI “Altre due famiglie condannate all’ergastolo del dolore. I cimiteri si riempiono di giovani vite e senza i dovuti controlli questa mattanza non finirà mai”. E’ profondamente addolorato Biagio Ciaramella, vicepresidente dell’associazione unitaria Familiari e Vittime della Strada e dell’associazione italiana Familiari e Vittime della Strada, oltre che segretario di Mamme Coraggio. Lui purtroppo sa bene cosa significa vivere nel dolore. Il dolore ce l’ha impiantato sotto la pelle, in ogni atomo. Suo figlio Luigi perse la vita a 19 anni il 31 luglio del 2008 in un incidente stradale ancora oggi avvolto nel mistero. Da allora papà Biagio vive con un unico obiettivo: scoprire la verità su quella notte drammatica e rendere giustizia al figlio.


E’ profondamente addolorato, dicevamo, ma nonostante ciò riesce comunque a essere lucido quando gli viene chiesto di tracciare un’analisi sulla tragedia di Lucia Morra e Francesco Altamura, la 20enne e il 23enne morti ieri notte in via Terracina, a Fuorigrotta, travolti e uccisi da un’Audi ‘impazzita’ guidata da un 34enne che, per cause ancora non chiare, ha invaso la corsia opposta, centrando in pieno con la parte frontale dell’auto lo scooter sul quale viaggiavano i ragazzi. Perché ha perso il controllo del veicolo? Sugli istanti immediatamente precedenti allo schianto sono in corso le verifiche della polizia municipale. Al momento il 34enne è indagato per omicidio stradale plurimo. Rischia grosso. Napoli è stanca di queste tragedie. “Purtroppo questa è una mattanza destinata a non finire – dichiara Ciaramella – per un motivo o per un altro: per l’alcol o per la velocità, per mancato rispetto del codice della strada o anche perché c’è qualcuno che pensa che è invulnerabile. Questa mattanza non avrà fine fin quando non ci saranno controlli sui territori soprattutto di sera e nei weekend, quando le tragedie sono sempre più frequenti”.

Biagio Ciaramella

Sono ormai 15 anni che Ciaramella si interessa della tematica: “Ma è come combattere contro i mulini a vento. Oggi abbiamo altre due famiglie condannate all’ergastolo del dolore. Seguiranno momenti di dolore, avremo magliette e palloncini ai funerali, gente vicina ai parenti. Ma tra qualche settimana non se ne parlerà più, Entreranno in azione gli avvocati, che ovviamente fanno il proprio lavoro”. Oltre ai comportamenti scellerati alla guida, secondo Ciaramella c’è un altro elemento che uccide: l’indifferenza. “Degli omicidi stradali se ne parla pochissimo. Le persone non scendono in piazza. Per una partita di calcio vediamo migliaia di persone in strada. Per un omicidio stradale il ragionamento è quello di sempre: ‘E’ capitato’. Vediamo queste auto con targhe straniere, non intestate a chi le guida. Come fanno a circolare? Così come i ragazzi che vanno in giro in scooter senza casco. Queste scene, queste azioni illegali, le vediamo soltanto noi delle associazioni? E’ per questo motivo che penso e dico che fin quando non ci saranno i dovuti controlli, questa mattanza non finirà mai”. Ciaramella rivolge un pensiero ai genitori di Lucia Morra e Francesco Altamura: “Ora avranno tante persone attorno a loro. Riceveranno molti consigli e altrettante rassicurazioni. Si sentiranno dire che avranno giustizia. Ma in questi casi la giustizia non può esistere: quello di ieri notte non è un omicidio stradale, ma una strage stradale. Quando si ammazza qualcuno si va in galera. Invece per gli omicidi stradali, il carcere è non arriva quasi mai. Servono leggi forti. E intanto cimiteri si riempiono di ragazzi e le famiglie piangono”.

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