ROMA – Gli accordi commerciali firmati da Italia e Cina hanno anche risvolti politici profondi. E in ambito internazionale e in ambito nazionale. “Italia e Cina devono impostare relazioni più efficaci e costruire meglio rapporti che sono già molto buoni“, ha affermato il premier Giuseppe Conte nel corso del bilaterale con Xi Jinping a Villa Madama. A firmare le intese principali, per la parte italiana, è stato il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Dall’altra parte del tavolo, il presidente della National Development and Reform Commission, He Lifeng. Il cuore dell’accordo è la Via della Seta di Pechino con l’Italia, primo Paese del G7 ad aderire. Assente il ministro dell’Interno Matteo Salvini e freddezza da parte della Lega tutta. Il mondo guarda con sospetto l’accordo tra i due paesi: dall’America di Trump all’Europa di Merkel e Macron.
Il fastidio di Matteo: “Non mi si dica che in Cine c’è libero mercato”
Se i protagonisti dell’accordo tra Cina e Italia sono stati Sergio Matterella e il premier Giuseppe Conte, è pesata l’assenza di Matteo Salvini. Il leader leghista non vede di buon occhio la Cina comunista e gli accordi firmati. Così come la Lega tutta ha dimostrato freddezza. “Non mi si dica che la Cina è un paese con il libero mercato“, ha commentato il leader del Carroccio. E’ probabile che questa mossa metta in difficoltà il partito del ministro dell’Interno e la sua strategia a livello internazionale. Così come per la base leghista vedere l’Italia governata anche da Salvini firmare accordi con la Cina comunista non deve essere il massimo. Così come la concorrenza cinese agita i vertici del Carroccio. “Finché sono accordi commerciali vanno bene, ma in alcuni settori come ad esempio la ceramica, qualcuno è legittimamente preoccupato per la concorrenza cinese“, ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.
La preoccupazione colpevole del duo Merkel-Macron
La fuga in avanti dell’Italia negli accordi con la Cina non è piaciuta all’Europa. Non è piaciuta ad Angela Merkel ed Emmanuel Macron. I capi di stato di Germania e Francia sono preoccupati che l’accordo singolo dell’Italia con Xi indebolisca l’Europa, rafforzi la Cina e crei un precedente pericoloso. Effettivamente, di fronte alla ritirata degli Usa di Trump e le politiche espansionistiche di una superpotenza come è quella cinese, l’accordo dell’Italia rischia di essere sbilanciato. Sono temi complessi e per certi versi gli esiti non sono prevedibili. Ma ciò che appare certo è che l’ansia del duo Merkel-Macron arriva in ritardo. Perché l’Ue in questi anni non si è mossa in tal senso. Domande senza risposta.