VIDEO. Rifiuti sversati in un impianto di compostaggio abbandonato

La Procura: l'immondizia della Lea di Marcianise depositata illegalmente a Santa Maria Capua Vetere

MARCIANISE – A due settimane dall’arresto del titolare della società Lea, Angelo Egisto (finito in carcere), e dell’ex dipendente Violante Marasco (ristretto ai domiciliari), ennesimo provvedimento emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere ed eseguito dalla guardia di finanza di Marcianise. Dopo l’incendio del 26 ottobre 2018, divampato nei capannoni dell’azienda che si trova nella zona industriale di Marcianise, non si sono mai spenti i riflettori sulla vicenda. Tant’è che ieri le Fiamme gialle, su ordine della Procura diretta da Maria Antonietta Troncone, hanno posto sotto sequestro un capannone abbandonato adiacente all’impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere. Qui, secondo quanto accertato dagli inquirenti, gli indagati avrebbero riversato tonnellate di rifiuti di vario genere, saturando le vasche di raccolta già esistenti e profonde circa 10 metri. L’impianto di compostaggio abbandonato era di proprietà del Consorzio Unico di Bacino delle province di Napoli e Caserta. Saranno eseguiti carotaggi per accertare l’eventuale inquinamento del suolo.

Oltre al sequestro del luogo, la guardia di finanza, unitamente al personale dell’Arpac, ha proceduto all’ispezione del sito, al fine di accertare la tipologia, la pericolosità e le effettive quantità dei rifiuti illecitamente abbandonati.

I rifiuti solidi urbani sversati provenivano, secondo la Procura, dalla piattaforma di stoccaggio gestita a Marcianise dalla Lea. Gli sversamenti avvenivano di giorno, nonostante la presenza di numerosi autocompattatori nella zona in quanto diretti allo Stir. L’immondizia sversata era in parte destinata alla tritovagliatura e la restante frazione era di tipo ‘speciale’ e quindi doveva essere trasportata a centri specializzati: entrambe le attività comportavano costi che la ditta Lea, secondo la Procura, ha ‘evitato’ con condotte illecite.

Gli esiti di quest’attività costituiscono “un’ulteriore testimonianza – fanno sapere dalla Procura – della spregiudicatezza con la quale gli indagati hanno violato ogni prescrizione e cautela normativa al fine di abbattere i costi dello smaltimento delle imponenti quantità di rifiuti ricevuti dai numerosi Enti locali loro clienti, così da garantire il rapido svuotamento della piattaforma e l’illecita massimizzazione dei connessi profitti”. A tal proposito le indagini saranno ora dirette a fare luce sui rapporti tra la Lea e i vari Enti locali clienti.

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