Vino: la qualità del nettare degli dei dipende anche dai tappi. E cresce il mercato

Mercato in netta crescita quello dei tappi utilizzati per l’imbottigliamento de vino. Secondo le stime Ksi – Knowledge sourcing intelligence “il giro d’affari passerà dai 3,2 miliardi di dollari del 2019 ai 4,64 miliardi nel 2025”

ROMA – Non tutti lo sanno, ma la qualità del nettare degli dei dipende anche dai tappi. E Ce n’è tipi di vari tipi anche per quanto concerne l’impatto sull’ambiente e non solo per il mantenimento della qualità del prodotto: a vite, a micro-agglomerati o monopezzo, ma quello che ha fatto la storia e guarda con maggio profitto al futuro è il tradizionale tappo in sughero
Mercato in crescitaSecondo le stime di Ksi – Knowledge sourcing intelligence “il giro d’affari passerà dai 3,2 miliardi di dollari del 2019 ai 4,64 miliardi del 2025” . Ma il tappo in sughero è quello che continua a fare la differenza: solo il18% è utilizzato a vite e poco più del 10% in plastica. I maggiori produttori Amorim, Oeneo, Vinventions, Guala Closures con il nostro Paese che rappresenta uno dei più in essere del momento, anche se fortemente condizionato dalla pandemia.

I produttori 

Tra i più importanti produttori di tappi vi è Amorim (Portogallo) che detiene il 28% del mercato globale e che assieme alla controllata Amorim cork Italia vende 585 milioni di pezzi sul mercato italiano, per un giro d’affari superiore ai 60 milioni di euro nel 2019. Un calo si è registro nel 2020 causa Covid (-5%) e quello della controllata italiana del – 9%, per una flessione complessiva pari a 4,2% nei volumi. Poi c’è Vinventions, con la controllata Nomacorc, che detiene il 14% delle quote per circa 2,8 miliardi di bottiglie ogni anno, occupando il 15% del mercato italiano con oltre 450 milioni di tappi. Dal 1999 lavora su tappi a vite e chiusure a zero emissioni di carbonio (Green line) e da quest’anno si affiancherà la Blue line, che utilizza l’economia circolare.

Vi è poi Diam Bouchage, del Gruppo Oeneo con quasi 300 milioni di euro di fatturato e che circa 2,2 miliardi di tappi, con 181 milioni di euro di ricavi. A seguire Diam che lavora soprattutto per la tutela dall’ambiente che investe in Francia e Spagna per ripristinare le foreste di sughero. E ancora: Labrenta, nel vicentino con 200 milioni di tappi venduti ha chiuso il 2020 con ricavi a circa 11 milioni di euro (stabili sul 2019), il 60% all’estero: Ganu che utilizza le polveri del sughero per alimentare le centrali a biomassa e produrre energia termica per lo stabilimento e  Guala Closures Group con 20 miliardi di tappi tra vino, spirit, acqua, olio e aceto, con 417,2 milioni di euro (-6,9%) totalizzati nei primi 9 mesi dello scorso anno e circa il 20% dei ricavi derivanti dai tappi a vite per vino.

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