Violenza donne, Brunetta: “Più lavoro e più parità, gap va colmato”

"La violenza contro le donne è figlia di ingiustificate discriminazioni e storiche disuguaglianze, del mancato rispetto per la vita altrui e dell'omologazione verso disvalori e pregiudizi arcaici che abbiamo il dovere di riconoscere e combattere".

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

MILANO – “La violenza contro le donne è figlia di ingiustificate discriminazioni e storiche disuguaglianze, del mancato rispetto per la vita altrui e dell’omologazione verso disvalori e pregiudizi arcaici che abbiamo il dovere di riconoscere e combattere. La violenza è il frutto avvelenato anche della disparità di accesso e di condizioni lavorative peggiori per le donne. L’Italia non può avere reali pari opportunità se mantiene tassi di occupazione femminile strutturalmente più bassi della media europea. Questo gap va colmato, senza retorica, ma con impegni concreti, consapevoli di trovarci in una società che cambia e a cui servono risposte nuove”. Così il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Lavoro, produttività, salario: significano libertà e autodeterminazione. Realizzarsi e realizzare i propri sogni, prendere gli ascensori sociali. Cambiare la propria condizione in direzione di un percorso di consapevolezza di sé come persona, come cittadina, come lavoratrice”, aggiunge.

“La Pubblica amministrazione – sottolinea Brunetta – è da sempre un bacino di opportunità per le donne: la scuola, gli uffici centrali e locali, la sanità, i tribunali, le forze dell’ordine, i beni culturali. A ogni livello, in ogni angolo del Paese, il pubblico impiego è stato ed è fucina di opportunità lavorative e di valorizzazione delle lavoratrici. La Pa ha guidato, prima di altri settori, l’affermazione delle donne nel mondo del lavoro, raggiungendo alte percentuali di occupazione, in alcuni ambiti superando quella maschile, pensiamo alla scuola e alla sanità, ma non solo. Possiamo fare di più, dobbiamo fare di più”.

“Ma il lavoro da solo non basta: contro la violenza – conclude Brunetta – è necessario potenziare le reti sociali e uscire allo scoperto per denunciare. Più reti significano meno violenza e più tutele. Grazie alle reti di sostegno migliaia di donne ogni anno trovano il coraggio di denunciare aggressioni e violenze e di dare un nuovo futuro alla propria vita. In uno Stato forte grazie al suo capitale umano fatto di competenze, disponibilità ed efficienza, le donne hanno un ruolo fondamentale. Ne possono avere molto di più. Abbiamo tutte le condizioni per farlo”.

LaPresse

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