Voto a Napoli, Manfredi: è già toto giunta. Pressing tra i democratici

L’ex rettore sogna la vittoria al primo turno e ha una rosa di nomi da cui attingere per la sua squadra. Partiti da accontentare e cerchio magico, ecco i favoriti

NAPOLI (Francesco Pari) – L’universo che gira attorno a Gaetano Manfredi si sente già vincitore ancor prima di giocare la partita. Dato che si tratta di politica e non di calcio, però, c’è già gran fermento tra il ceto politico e dirigente della città per il futuro governo di Palazzo San Giacomo. Gli aspiranti assessori, così come i nomi sul tavolo dell’ex Rettore, sono davvero tanti.

Nel Pd c’è la fila. Paolo Mancuso, ex magistrato e presidente del partito, è dato tra i possibili vicesindaco. Una nomina favorita anche dal segretario Marco Sarracino, che avverte Mancuso come un competitor per il seggio in Parlamento a cui ambisce il giovane leader democrat. Federico Arienzo, consigliere uscente e non ricandidato, gradirebbe un posticino in giunta al pari del sempreverde Nicola Oddati. Difficile, però, che in tutte queste vicenda non entrino a gamba tesa i capibastone del Pd, i vari Mario Casillo, Lello Topo, Bruna Fiola.

Il giorno dopo le elezioni si aprirà la grande battaglia interna in cui giocherà un ruolo di primaria importanza Manfredi in persona, che resta pur sempre il fratello del consigliere regionale dem Massimiliano.
Sempre in quota ‘politici’ si giocano una partita Sergio D’Angelo, capolista di ‘Napoli Solidale’ (che punta a diventare il consigleire più votato). Peppe De Cristofaro, dominus di Sinistra Italiana e già viceministro dell’Università proprio quando Manfredi era ministro. Sembra che i due abbiano già un accordo. In quota Articolo-1, invece, la situazione è diversa: il giorno dopo le elezioni Roberto Speranza alzerà il telefono per indicare il suo nome. Sperano il professor Eugenio Mazzarella, già parlamentare, ed Elisabetta Gambardella, fedelissima di Massimo Paolucci, ex europarlamentare e oggi capostaff di Speranza stesso.

Cambia il partito ma non cambia la sostanza. Azzurri per Napoli-Italia Viva non avrà vita facile. Matteo Renzi non ha firmato il ‘Patto per Napoli’, mentre l’ex forzista Stanislao Lanzotti è un nome ingombrante. Cercheranno rappresentanza in giunta, probabilmente tramite una figura tecnica o avanzando il nome di Graziella Pagano in persona. Viceversa, per loro Manfredi ha un piano B: qualche posticino nei Consigli d’Amministrazione delle Partecipate se non direttamente la presidenza di una azienda del Comune. Spera in un ‘ripescaggio’ Apostolos Paipais, estromesso dalla ricandidatura in VII Municipalità.

Bisognerà tener d’occhio poi la lista del candidato sindaco. Sembra scontato un posto a Palazzo San Giacomo per Dino Falconio: il notaio e presidente del ‘Festival di Ravello’ è il capolista di Manfredi. A meno di una clamorosa batosta personale (le urne sono sempre pericolose), ha già un ruolo di governo in tasca. Ci sono poi tanti professionisti quotati. Stefania Armiero e Renata Vetere sono due importanti avvocati ed hanno il profilo per un incarico. O i giovanissimi della lista: la docente di Musica Gabriella Maggiore, classe 2000, gli appena trentenni Enrico Mango, imprenditore, Mariano Paolozzi, giornalista e figlio del compianto filosofo Ernesto, e Titti Guazzo. Molto difficile un ripescaggio di Roberta Gaeta.

Discorso a parte, infine, vale per i deluchiani di varia natura. Tanti danno per scontato che Nino Simeone, candidato in Napoli Libera, verrà chiamato a fare l’assessore ai Trasporti. Rumors, invece, dicono che lo stesso presidente Eav Umberto De Gregorio (nomina in scadenza) è il preferito di Vincenzo De Luca. Lo Sceriffo, però, prima di mettere la mano sulla spalla di qualcuno farà un check delle urne. “Vediamo chi vince”, ripete sempre ai suoi fedelissimi.

In ogni caso, Gaetano Manfredi terrà per sé una grossa quota di assessorati e nomine nelle Partecipate. Tanti fanno parte del suo cerchio magico. Gli ingegneri e docenti universitari Edoardo Cosenza, Antonio Pescapé e Giorgio Ventre. C’è Carlo Puca, l’uomo che guida tutta la macchina elettorale del candidato a sindaco. Angela Cammarota, coordinatrice della lista. Antonio Caiazzo, ex dominus della politica universitaria ed oggi segretario particolare di Manfredi. C’è Sergio Locoratolo, che ha scritto il programma. Davide D’Errico, che ha scritto il manifesto dei giovani. Entrambi, a quanto pare, risultano divisivi all’ambiente attorno all’ex Rettore.

Un discorso a parte, in conclusione, va fatto per il Movimento 5 Stelle. A quanto pare gli assessori grillini Manfredi li sceglierà a telefono con Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Roberto Fico.

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