Voto a Napoli. Maresca isolato, via al contrattacco

Voto a Napoli. Il magistrato senza liste e coi partiti deboli cambia tattica: “Il pericolo è il Demanfredis”. Critiche all’ampia coalizione di centrosinistra “che parte da Nola e finisce a Sant’Antimo” per l’appoggio di Cesaro e degli ex Dema

NAPOLI – Tutti all’attacco, perché manca poco al fischio finale e non c’è più nulla da perdere. Catello Maresca, candidato del centrodestra a Napoli, cambia tattica e tenta di fare di necessità virtù: dopo la bocciatura dei ricorsi al Tar, la sua coalizione resta dimezzata. Le sue due civiche di riferimento, la lista civetta della Lega e quella animalista restano fuori dalla competizione elettorale, e l’ultima speranza,quella affidata al Consiglio di Stato, è flebilissima.

Come se non bastasse, nonostante i buoni propositi del neo responsabile napoletano Sergio Rastrelli, tra Fratelli d’Italia e il candidato a sindaco resta il gelo. Maresca a questo punto ha una sola possibilità per andare al ballottaggio: puntare tutto sul suo nome, sulla sua personalità, e sperare che i candidati delle liste bocciate non corrano (come in realtà, almeno in qualche caso, sta accadendo) a consegnarsi a Gaetano Manfredi in cerca di uno strapuntino politico, in cambio del sostegno ai suoi candidati. Su questo argomento, in conferenza stampa, Maresca scatena la controffensiva: “Io non penso alla politica”, dice il magistrato, “come a un mercato delle vacche.

C’è un mondo che si sta muovendo per avvicinare i nostri candidati, cercando di accaparrarsi un eventuale loro sostegno. Mi sembra veramente di cattivo gusto. Manifesta un degrado, da parte di chi lo fa, politico e morale veramente da disprezzare. Mi fa vomitare. Se dovessero aumentare questo tipo di sollecitazioni”, aggiunge Maresca, “valuteremo la possibilità di presentare anche degli esposti. Il voto di scambio è ancora un reato. Io chiederò alle forze dell’ordine un’attenzione precisa”.

Maresca è scatenato, e del resto ogni squadra di calcio, quando si trova in svantaggio a pochi minuti dal termine della partita, tenta l’ultimo assalto, lasciando perdere gli schemi e rischiando tutto. L’incubo non è solo la vittoria di Manfredi al primo turno, c’è pure la possibilità di una rimonta di Antonio Bassolino che convince Maresca a posare il fioretto e agguantare la sciabola: “La nostra minaccia”, sottolinea il pm, “si chiama Manfredi. È il Demanfredis, un organismo geneticamente modificato metà de Magistris e metà Manfredi, un’accozzaglia che parte da Nola e finisce a Sant’Antimo e vuole venire a governare a Napoli. Noi siamo l’alternativa a questo gruppo di potere”.

Nola è la città natale di Manfredi, Sant’Antimo quella di Armando Cesaro, protagonista di diverse polemiche sul suo presunto sostegno a Manfredi. Ma il tema che fa innervosire la coalizione di Manfredi, che non a caso si lascia andare a una serie impressionante di attacchi a Maresca, è la continuità tra l’ex ministro e l’amministrazione uscente. Un argomento difficile da contestare, considerato che le liste di Manfredi sono letteralmente imbottite di protagonisti di primo piano delle consiliature targate Luigi De Magistris.

“Il nostro obiettivo”, incalza Maresca, “è rappresentare la vera alternativa a questa ipotesi di un ulteriore gruppo di potere che si vuole impadronire dalla nostra città e delle nostre vite. E’ un fatto oggettivo che tutta la nomenclatura di De Magistris, una serie di assessori e consiglieri comunali, stanno con Manfredi”. Gli ultimi 20 giorni di campagna elettorale si annunciano quantomeno più frizzantini delle settimane precedenti.

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