WikiLeaks, avvocati Usa contestano lo stop all’estradizione di Assange dalla Gb

Gli avvocati che agiscono per conto del governo degli Stati Uniti hanno contestato la decisione di una giudice britannica di bloccare l'estradizione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, in modo che affronti le accuse di spionaggio rivoltegli negli Stati Uniti.

(AP Photo/Frank Augstein, File)

LONDRA – Gli avvocati che agiscono per conto del governo degli Stati Uniti hanno contestato la decisione di una giudice britannica di bloccare l’estradizione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, in modo che affronti le accuse di spionaggio rivoltegli negli Stati Uniti. La giudice distrettuale britannica Vanessa Baraitser ha stabilito a gennaio che Assange avrebbe potuto suicidarsi, se fosse stato trattenuto nelle dure condizioni carcerarie degli Stati Uniti. L’avvocata britannica Clair Dobbin, che ha rappresentato le autorità statunitensi durante l’udienza di oggi, ha detto che la giudice aveva basato la sua decisione di gennaio di non estradare Assange su un “rischio di suicidio previsto”, piuttosto che sul rischio in quel momento. La legale ha poi sostenuto che dovrebbero essere esaminate sia la sentenza che le valutazioni psichiatriche viste le “lunghezze straordinarie” a cui Assange è andato incontro prima del suo arresto per evitare procedimenti legali. Il cinquantenne australiano ha ascoltato in collegamento video dalla prigione di massima sicurezza di Belmarsh a Londra, dove è detenuto dopo essere stato arrestato all’ambasciata dell’Ecuador nell’aprile 2019, dopo che il Paese ritirò l’asilo che gli aveva concesso. I pubblici ministeri degli Stati Uniti hanno incriminato Assange con 17 accuse di spionaggio e un’accusa di uso improprio di computer per la pubblicazione da parte di WikiLeaks di migliaia di documenti militari e diplomatici trapelati dieci anni fa. Le accuse comportano una pena massima di 175 anni di carcere.

LaPresse

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