Zingaretti, il consiglio regionale chiede la sfiducia: “Il Lazio non deve pagare le sue ambizioni da segretario del Pd”

Raccolte già 13 firme per la mozione di sfiducia presentata dal centrodestra, il numero uno della Pisana ora rischia grosso

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi in foto Nicola Zingaretti

ROMA“Stanare chi vuole continuare a fare da stampella a Zingaretti”. È questo l’obiettivo che il centrodestra unito – nelle parole di Fabio Rampelli – persegue con la mozione di sfiducia al presidente della Regione Lazio.

L’opposizione ci riprova

A più di sei mesi dal primo tentativo di Fratelli d’Italia, i partiti che si oppongono da destra al governatore rilanciano la sfida e questo volta lo fanno attraverso una azione concertata. Partendo dal presupposto che ormai per il numero uno della Pisana il governo della Regione non è più centrale.

“Zingaretti è impegnato nella corsa per la segreteria del Pd – hanno spiegato i cinque capigruppo – ha tradito i suoi elettori, non pensa più alla Regione”. Stavolta le firme sono 13: oltre a FdI c’è il gruppo dell’ex candidato Stefano Parisi, Forza Italia, la Lega e i centristi di Nci. Il centrosinistra può contare su 25 seggi su 51. L’ago della bilancia sono Pino Cangemi ed Enrico Cavallari, rispettivamente eletti con Forza Italia e Lega.

Il Patto d’aula estivo

Dalla scorsa estate hanno aderito a un ‘Patto d’aula’, entrando di fatto a far parte della maggioranza e permettendo la governabilità della Regione Lazio. Se il Movimento 5 Stelle dovesse – come sembra – votare la mozione, così come farà Sergio Pirozzi – sarebbero loro due a diventare decisivi. Resistono, però, molte zone grigie. E un sospetto: che il governatore laziale stia lavorando per creare una alternativa di sinistra al governo Salvini-Di Maio, puntando sullo schema Di Battista-Zingaretti.

“La Regione paga le sue ambizioni”

“Bisogna fare chiarezza in consiglio regionale e tirare una linea”, dice Stefano Parisi, candidato governatore del centrodestra alle ultime elezioni. “Ci sono ancora troppe ambiguità, bisogna rispettare il patto con gli elettori. Zingaretti oggi è il candidato alla segreteria del Pd, impegnato in una lunga campagna elettorale sul territorio nazionale. Se avesse manifestato le sue intenzioni al momento delle elezioni i cittadini del Lazio non lo avrebbero votato”.

“La Regione paga un prezzo altissimo alle sue ambizioni” continua Parisi. “Lui non se ne occupa, si limita a costruire una piattaforma politica quanto più possibile compatibile e affine alla proposta dei 5 Stelle, su rifiuti, infrastrutture, bikers e così via. È chiaro che ha in mente quello che io chiamo un «progetto giallorosso» con Alessandro Di Battista. Tutto questo va denunciato all’opinione pubblica”.

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