ROMA – “Stanare chi vuole continuare a fare da stampella a Zingaretti”. È questo l’obiettivo che il centrodestra unito – nelle parole di Fabio Rampelli – persegue con la mozione di sfiducia al presidente della Regione Lazio.
L’opposizione ci riprova
A più di sei mesi dal primo tentativo di Fratelli d’Italia, i partiti che si oppongono da destra al governatore rilanciano la sfida e questo volta lo fanno attraverso una azione concertata. Partendo dal presupposto che ormai per il numero uno della Pisana il governo della Regione non è più centrale.
“Zingaretti è impegnato nella corsa per la segreteria del Pd – hanno spiegato i cinque capigruppo – ha tradito i suoi elettori, non pensa più alla Regione”. Stavolta le firme sono 13: oltre a FdI c’è il gruppo dell’ex candidato Stefano Parisi, Forza Italia, la Lega e i centristi di Nci. Il centrosinistra può contare su 25 seggi su 51. L’ago della bilancia sono Pino Cangemi ed Enrico Cavallari, rispettivamente eletti con Forza Italia e Lega.
Il Patto d’aula estivo
Dalla scorsa estate hanno aderito a un ‘Patto d’aula’, entrando di fatto a far parte della maggioranza e permettendo la governabilità della Regione Lazio. Se il Movimento 5 Stelle dovesse – come sembra – votare la mozione, così come farà Sergio Pirozzi – sarebbero loro due a diventare decisivi. Resistono, però, molte zone grigie. E un sospetto: che il governatore laziale stia lavorando per creare una alternativa di sinistra al governo Salvini-Di Maio, puntando sullo schema Di Battista-Zingaretti.
“La Regione paga le sue ambizioni”
“Bisogna fare chiarezza in consiglio regionale e tirare una linea”, dice Stefano Parisi, candidato governatore del centrodestra alle ultime elezioni. “Ci sono ancora troppe ambiguità, bisogna rispettare il patto con gli elettori. Zingaretti oggi è il candidato alla segreteria del Pd, impegnato in una lunga campagna elettorale sul territorio nazionale. Se avesse manifestato le sue intenzioni al momento delle elezioni i cittadini del Lazio non lo avrebbero votato”.
“La Regione paga un prezzo altissimo alle sue ambizioni” continua Parisi. “Lui non se ne occupa, si limita a costruire una piattaforma politica quanto più possibile compatibile e affine alla proposta dei 5 Stelle, su rifiuti, infrastrutture, bikers e così via. È chiaro che ha in mente quello che io chiamo un «progetto giallorosso» con Alessandro Di Battista. Tutto questo va denunciato all’opinione pubblica”.