Pasqua, il Papa segue il rito della via Crucis al Colosseo

Città del Vaticano, 30 mar. (LaPresse) – E’ iniziata la Via Crucis presieduta da Papa Francesco lungo le vie di Roma, davanti al Colosseo. Nel secondo giorno del triduo pasquale, si ricorda la memoria della passione e morte di Gesù, ultimo atto prima della Pasqua.

I testi delle meditazioni e delle preghiere quest’anno sono stati scritti da quindici giovani tra i 16 e i 27 anni. Due sono le principali novità: la prima non ha riscontri nelle edizioni del passato e riguarda l’età degli autori, giovani e adolescenti (nove di loro sono studenti del liceo classico di Roma Pilo Albertelli); la seconda sta nella dimensione ‘corale’ di questo lavoro.

“Quando si è giovani – si legge nell’introduzione – si vuole vedere, vedere il mondo, vedere tutto. La scena del Venerdì Santo è potente, anche nella sua atrocità: vederla può spingere alla repulsione oppure alla misericordia e, quindi, ad andare incontro”.

Per la prima stazione porta la Croce, come di consueto, il vescovo vicario di Roma, monsignor Angelo De Donatis. “In quella piazza gremita – scrive Valerio De Felice nelle meditazioni -, sarebbe stato sufficiente che un solo cuore dubitasse, che una sola voce si alzasse contro le mille voci del Male. Ogni volta che la vita ci porrà davanti a una scelta, ricordiamoci di quella piazza e di quell’errore. Concediamo ai nostri cuori di dubitare e imponiamo alla nostra voce di levarsi”.

Per la seconda stazione la croce è portata da Maria Tagliaferri e Margherita Di Marco.

Nella terza stazione portano la croce Caterina Benincasa e Agnese Brunetti. Gesù cade per la prima volta. “Con quanta umiltà – scrive Caterina Benincasa – sei caduto! Quanta umiliazione provi ora! La tua natura di vero uomo si vede chiaramente in questo frammento della tua vita”. “A volte pensiamo che avere fede in te significhi non cadere mai nella vita. Insieme a te cado anch’io, e con me le mie idee, quelle che avevo su di te: quanto erano fragili!”

Nella quarta stazione a portare la croce sono alcuni rappresentanti per Unitalsi: Aniello Tufano (barelliere), Maria Laudicino e Francesca Ardovini (sorelle assistenza), Alicia Perinelli (disabile). Nella quinta stazione portano la croce Chiara Mancini e Cecilia Nardini.

Simone di Cirene aiuta Gesù a portare la Croce: “E’ nell’incontro inaspettato – scrive Chiara Mancini -, nell’incidente, nella sorpresa spiazzante che è nascosta l’opportunità di amare, di riconoscere il meglio nel prossimo, anche quando ci sembra diverso. Talvolta ci sentiamo come te, Gesù, abbandonati da quanti credevamo nostri amici, sotto un peso che ci schiaccia. Ma non dobbiamo dimenticare che c’è un Simone di Cirene pronto a prendere la nostra Croce”.

Nella sesta stazione la croce è portata da Francesco Porceddu e Sofia Russo. La Veronica asciuga il volto di Gesù. “Veronica – scrive Cecilia Nardini – non si ferma all’apparenza, oggi tanto importante nella nostra società delle immagini, ma ama incondizionatamente un volto brutto, non curato, non truccato e imperfetto”.

Nella settima stazione a portare la Croce è una famiglia della Siria: Riad Sargi e Rouba Farah con i loro tre figli. Gesù cade per la seconda volta: “Uno strano re sei, un re nella polvere”, osserva Francesco Porceddu.

Nell’ottava stazione la Croce è portata da Chiara Bartolucci e Greta Giglio. Nella nona stazione Gesù cade per la terza volta. Portano la Croce Valerio De Felice e Greta Sandri. Nella decima stazione portano la Croce padre José Narlaly dei Padre Trinitari e le suore irachene Alkhayat Leya e Hikma E. Hanna, sorelle domenicane di Santa Caterina da Siena. Gesù è spogliato delle vesti: “Ti vedo, Gesù – scrive Greta Giglio -, e vedo un giovane migrante, corpo distrutto che arriva in una terra troppo spesso crudele, pronta a togliergli la veste, unico suo bene, e a venderla; a lasciarlo così con la sua sola croce, come la tua, con la sua sola pelle martoriata, come la tua, con i suoi soli occhi grandi di dolore, come i tuoi”. “Ma c’è qualcosa che gli uomini spesso dimenticano riguardo alla dignità – prosegue la meditazione -: essa si trova sotto la tua pelle, è parte di te e sarà sempre con te, e ancor di più in questo momento, in questa nudità.

Nell’undicesima stazione portano la Croce Flavia De Angelis e Marta Croppo. Gesù è inchiodato alla croce. “Tu hai avuto la forza di sopportare il peso di una croce, di non essere creduto, di essere condannato per le tue parole scomode. Oggi non riusciamo a digerire una critica, come se ogni parola fosse pronunciata per ferirci”, scrive Greta Sandri nella meditazione. “Mi guardo intorno e vedo occhi fissi sullo schermo del telefono, impegnati sui social network ad inchiodare ogni errore degli altri senza possibilità di perdono. Uomini che, in preda all’ira, urlano di odiarsi per i motivi più futili”.

Nella dodicesima stazione la Croce è portata dalla famiglia Monda.

Gesù muore in Croce: “Ti vedo, Gesù, e questa volta non ti vorrei vedere – scrive Dante Monda -. Stai morendo. Eri bello da guardare quando parlavi alle folle, ma ora tutto è finito. E io non voglio vedere la fine; troppe volte ho girato lo sguardo dall’altra parte, mi sono quasi abituato a fuggire il dolore e la morte, mi sono anestetizzato”. Nella tredicesima stazione la Croce è portata dai frati della Terra Santa Antonio D’Aniello ed Elivano Luiz da Silva. Nell’ultima stazione, la quattordicesima, di nuovo la Croce è portata dal vicario di Roma, monsignor Angelo De Donatis.

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